Vigevano, sotto canestro una partita di grande cuore

I ragazzi dello Special Team Cat hanno giocato con i detenuti dei Piccolini: niente barriere, ha vinto la solidarietà

Tutti insieme prima della gara

Tutti insieme prima della gara

Vigevano (Pavia), 31 maggio 2019  - Lo sport come modello di integrazione, potentissimo strumento per superare i propri limiti, di qualunque natura essi siano. E’ questo il motore che danni ormai muove lo Special Team Cat, squadra di basket composta da ragazzi diversamente abili. Domenica scorsa i ragazzi dello Special Team hanno disputato una partita con un gruppo di detenuti del carcere vigevanese dei Piccolini. Lo spunto è arrivato da Davide Pisapia, il direttore della casa di reclusione vigevanese. "Nel percorso che i detenuti seguono per riflettere sui propri errori e su come rimediarvi – ha spiegato Pisapia – c’è anche la possibilità di mettersi a disposizione degli altri. E’ importante che queste iniziative non rimangano isolate".

La partita è stata anche l’occasione per presentare la palestra della struttura carceraria dopo gli interventi di manutenzione che sono stati effettuati grazie al supporto dei club Lions e Rotary del territorio.  Con i loro contributi la palestra è stata tinteggiata, sono stati acquistati i canestri e i palloni. L’appuntamento in campo è stato però molto più che un momento di sport e di divertimento. Le squadre, miste, si sono affrontate in un’atmosfera carica di entusiasmo. L’impegno di tutti è stato massimo, i ragazzi dello Special Team ormai hanno lunga esperienza in campo, e ovviamente l’esito della sfida è quello che meno interessa. E forse proprio per questo il pareggio finale è il miglior risultato possibile.  Dopo la sfida in campo tutti protagonisti, le famiglie, gli educatori e gli agenti della polizia penitenziaria, hanno visduto un momento conviviale.

Lo Special Team della Cat, nato ormai diversi anni fa, è cresciuto nel tempo: i primi 4 ragazzi coinvolti sono diventati ora 25. A seguirli  uno staff composto da quattro allenatori, due tirocinanti di Scienze Motorie dell’ateneo di Pavia, ma anche otto "tutor" volontari, oltre a  una psicologa e a  un resposabile tecnico. Una organizzazione capillare che consente agli "Special" di scendere in campo vivere esperienze straordinarie con in mano un pallone da basket.