Pavia, muore e lascia 300mila euro all’università

Il professore di mineralogia Mazzi aveva insegnato per quasi 60 anni

Il professor Fiorenzo Mazzi

Il professor Fiorenzo Mazzi

Pavia, 25 aprile 2018 - Per quasi sessant’anni ha insegnato all’Università e quando è scomparso all’Ateneo pavese ha lasciato una donazione di 300mila euro. La notizia arriva a distanza di qualche mese dalla scomparsa (avvenuta il 25 settembre 2017) del professor Fiorenzo Mazzi, docente di Mineralogia, che fra le sue volontà ha espresso questo desiderio.

Un lascito che certifica l’attaccamento del professore alla sua Università e che ha molto colpito il rettore Fabio Rugge: «È un gesto che ci ha emozionato, perché rappresenta l’amore per l’istituzione di un grande docente, dimostrato in tanti anni di insegnamento e ricerca e ulteriormente confermato da questa donazione. Anche l’entità del lascito non può lasciare indifferenti e ci spinge a continuare nel lavoro di costruzione del sapere, che è anche costruzione di comunità, in cui l’Università di Pavia è impegnata da sempre». Il professor Fiorenzo Mazzi era nato a Firenze nel 1924. Dopo la laurea in Chimica all’Università di Firenze, e dopo alcuni soggiorni all’estero, nel 1960 aveva ottenuto la cattedra di Mineralogia a Pavia, dove ha svolto tutta la sua carriera scientifica. Nel 1967 è stato uno dei promotori e il primo presidente della Associazione italiana di cristallografia. Nel 1970 ha fondato e poi diretto per qualche anno il Centro di cristallografia strutturale del Consiglio nazionale delle ricerche. Dal 1997 era professore emerito dell’Ateneo pavese, e ha continuato a frequentare il suo studio fino a pochi anni prima della sua scomparsa.

Autore di una novantina di pubblicazioni sulla caratterizzazione di minerali complessi, è considerato un pioniere della moderna cristallografia mineralogica, e un grande esperto della risoluzione e del raffinamento di strutture complesse, in particolare di politipi e di geminati. «Persona di carattere molto schivo, tanto da arrivare a rifiutare diversi ambiti onori accademici - hanno detto di lui i colleghi -, è sempre stato per noi pavesi e per molti colleghi italiani, un maestro e la persona di riferimento per la soluzione di molti problemi».