"Noi allo stremo": palestra outdoor

Pavia, i titolari stanno allestendo una tensostruttura: chiusi da ottobre non intendono aspettare giugno

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di Manuela Marziani

Se i ristoranti a breve potranno accogliere nei dehors i propri clienti perché il virus all’aperto circola meno, anche una palestra ha deciso di occupare uno spazio esterno pur di continuare a lavorare. Si sta attrezzando per farlo “Remise en forme” che ha sede a Pavia e Torricella Verzate dove sta allestendo una tensostruttura che sarà a disposizione di chi si dovrà allenare. "Siamo chiusi dal 25 ottobre e lo saremo fino a giugno - dice Chiara Losio che con il suo socio, l’osteopata Stefano Pasotti è titolare dell’attività -. Per non morire cerchiamo di difenderci con le unghie e con i denti". In tutto questo periodo di inattività le perdite della ditta sono arrivate al 90% a fronte di spese sostenute per pagare affitto, mutuo e utenze.

"Da un anno - aggiunge Losio - abbiamo potuto lavorare soltanto nei mesi estivi, quando molti preferiscono andare in piscina piuttosto che in palestra. Così, con il finanziamento da 30mila euro che abbiamo ottenuto e che dovremo restituire, abbiamo pensato di collocare una tensostruttura da 14 metri per 5 in modo da poter accogliere di nuovo i nostri clienti all’aperto perché possiamo aprire la parte anteriore, posteriore e anche quella laterale. Continueremo a lavorare come abbiamo sempre fatto su appuntamento e con un rapporto uno a uno perché la nostra non è una palestra come tutte le altre, è un centro di personal training". Ma per la politica le palestre sono tutte uguali e di conseguenza anche i 300 iscritti della “Remise en forme“ sono rimasti “fermi“. "Qualcuno ha congelato il proprio abbonamento - prosegue Chiara Losio - e ha deciso di sottoscriverne un altro per l’attività che abbiamo continuato a svolgere da remoto, ma sappiamo che lo hanno fatto per aiutarci. I ristori che hanno dato ammontano a 4mila euro per la prima chiusura e 8mila per la seconda con i quali non facciamo nulla. Paradossalmente è andata meglio ai nostri 15 collaboratori che hanno avuto i bonus, mentre noi abbiamo bloccato il leasing per cercare di farcela e finiremo di pagarlo dopo la scadenza, abbiamo sostenuto delle spese per riaprire e ci hanno chiuso nuovamente. Non senza difficoltà per i nostri clienti che hanno ad esempio difficoltà posturali. Al mattino avevamo persone dai 65 agli 85 anni che, grazie al lavoro fatto da noi, avevano smesso di prendere la pastiglia per i dolori. E i pazienti che hanno avuto il Covid? Ci sono 55enni che, una volta guariti, non riescono a camminare per pochi metri perché ancora saturano male, hanno bisogno di una riabilitazione. Da noi non si corrono pericoli di contagio per l’attività che svolgiamo, ma ora apriamo all’aperto per dare una garanzia in più".