Rubate a Pavia le opere dell’artista Bressani: "Io colpito al cuore"

Le trentadue opere erano destinate a una mostra a Venezia

L’artista Stefano Bressani mostra il furgone depredato

L’artista Stefano Bressani mostra il furgone depredato

Pavia, 13 agosto 2017 - «Mi avete colpito al cuore». Con un post con lo sfondo nero lo scultore Stefano Bressani ha comunicato su Facebook il brutto momento che sta vivendo. Ieri mattina ha scoperto che dal suo furgone erano state rubate 32 delle sue opere pronte per essere trasferite a Venezia dove si doveva tenere una mostra. «Avevo caricato i miei lavori e preparato tutto per l’allestimento – ha spiegato l’artista –. Il furgone era parcheggiato sotto casa mia, in via Bernardo Sacco, una traversa di via Volta». Pieno centro, nessuna scritta sul furgone per non dare nell’occhio, lo scultore l’altra sera è uscito a cena e rincasato attorno all’1. «Tutto sembrava in ordine – ha aggiunto – non ho notato nulla di strano quando sono tornato». Chissà quando hanno agito i ladri, di certo nel momento in cui Bressani ha riaperto il furgone per partire per Venezia, ha scoperto che era vuoto. Ed è un giallo come possano aver agito i soliti ignoti. «Il furgone non ha segni di scasso – ha detto ancora Bressani – evidentemente hanno usato il telecomando e hanno anche disinserito l’antifurto. Come abbiano fatto resta un mistero, non ho mai perso le chiavi». E non è l’unico punto oscuro.    Contrariamente a un tempo, il furgone che ora usa Bressani, è anonimo, senza scritte. Per prendere di mira le opere del mago delle stoffe, quindi è probabile che qualcuno lo abbia seguito e controllato, aspettando che caricasse tutti i lavori. Poi, forse dopo aver preso contatti con qualche collezionista fuori dai confini nazionali, i ladri sono entrati in azione e hanno messo a segno il colpo. «La polizia che ha effettuato i rilievi ha immediatamente fatto scattare le indagini – ha detto ancora Stefano Bressani –, ma è facile che le mie opere siano già lontane. Il sospetto è che possa essersi trattato di un furto su commissione. La mia certezza è che sono spariti lavori per 160mila euro». Mentre gli inquirenti non disperano di poter rimettere le mani sulle opere di Bressani e allo scultore rimane un rammarico: «Non dovevo caricare il furgone la sera prima della partenza».