Pavia, incidenti sul lavoro: agricoltura il settore più a rischio

A Varzi la giornata di Anmil: gli infortuni in aumento

Silvana Tizzano, Walter Ferrari e il sindaco Giovanni Palli

Silvana Tizzano, Walter Ferrari e il sindaco Giovanni Palli

Varzi, 14 ottobre 2019 -  «Abbiamo deciso di svolgere la giornata a Varzi proprio per dare un segnale al mondo agricolo: anche il caso delle quattro vittime di Arena Po conferma prepotentemente come il settore più a rischio in provincia sia l’agricoltura». Walter Ferrari, presidente dell’Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) di Pavia, non ha potuto non ricordare la tragedia avvenuta lo scorso 12 settembre ad Arena Po, costata la vita ai due proprietari dell’allevamento e a due dipendenti (regolarmente assunti), tutti indiani Sikh, nella cerimonia per la 69esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che si è tenuta ieri mattina a Varzi. L’evento civile, nella Casa dei Servizi Azzaretti, è stata seguita dalla cerimonia religiosa, nella chiesa di San Germano.

Per l'occasion sono stati diffusi i dati locali sugli incidenti sul lavoro, che segnano un preoccupante aumento: quest’anno, da gennaio ad agosto, si sono registrati 3.570 infortuni sul lavoro in provincia di Pavia, con cinque morti, già uno in più dei quattro registrati nell’intero anno precedente, in cui il totale degli infortuni sul lavoro era stato di 5.440, ma di 3.538 nei primi 8 mesi. Un trend purtroppo costante, considerando che già i dati del 2018 erano in aumento (dell’1,5%) rispetto all’anno precedente. Per quest’anno, poi, il dato fermo ad agosto non teneva ancora conto delle quattro vittime di Arena Po, quindi già con settembre il tragico bilancio è salito a ben nove morti, più del doppio dell’intero 2018. «Pavia - spiega Ferrari - segue purtroppo il trend nazionale, con problematiche in aumento soprattutto nel comparto agricolo, al quale la nostra provincia è ancora molto legata. Soprattutto in alcuni periodi dell’anno, legati alle operazioni di raccolta nei campi, si verificano picchi nel numero di incidenti. E anche nelle nostre zone insistono problemi legati al caporalato, al lavoro in nero e allo scarso rispetto delle normative per la sicurezza». Già dopo la tragedia di Arena Po, l’Anmil Pavia aveva espresso preoccupazione per l’esito delle attività di vigilanza emerse dal rapporto dell’Inl (Ispettorato nazionale del lavoro).

«A fronte di un numero di ispezioni diminuito del 9% rispetto allo stesso periodo del 2018 - dice ancora Ferrari - si è riscontrato un tasso di irregolarità nelle imprese controllate cresciuto del 3% (dal 69% al 72% dei casi); il numero dei lavoratori risultati in nero è aumentato del 14% (da 20.398 a 23.300 unità). Le indagini svolte sul fronte della lotta al caporalato hanno altresì portato alla denuncia di 263 persone, 59 delle quali in stato di arresto, più del triplo rispetto alle 80 denunce dell’omologo periodo 2018. In questo contesto appare molto significativo il dato che l’incidenza del fenomeno caporalato risulti nettamente prevalente nel settore agricolo, dove delle 263 persone denunciate ben 147, pari al 56% del totale, operano in questo settore».