Codogno, un anno dopo il 'paziente 1': inaugurato il Memoriale per le vittime del Covid

Il sindaco Passerini: "Pronti al futuro". Il governatore Fontana: "Un riconoscimento ai valori di solidarietà e umanità dimostrati". Il vescovo Malvestiti: "Una ripartenza"

Codogno, inaugurato il Memoriale per le vittime del Covid

Codogno, inaugurato il Memoriale per le vittime del Covid

Codogno (Lodi), 21 febbraio 2021- Un anno dall'inizio della pandemia di Coronavirus a Codogno, dove venne scoperto il 'paziente 1'. E proprio nella cittadina lodigiana, oggi, è stato inaugurato un memoriale dedicato alle vittime: tre totem di acciaio che rappresentano il comune dove tutto cominciato e le due frazioni, con una trama decorativa in rilievo. Il monumento è stato benedetto da monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo della diocesi di Lodi che ha ricordato la "prova di solidarietà" dei cittadini, dei volontari e del personale sanitario e la lotta "senza tempo" durante il periodo più buio. Ha ricordato la telefonata di papa Francesco dell'8 marzo, la preghiera del santo padre in una piazza San Pietro deserta e le manifestazioni di amicizia e di vicinanza mostrate da molti. Per monsignor Malvestiti, il monumento rappresenta la "ripartenza"  e l'inizio di un percorso verso la guarigione.

Il sindaco: "Pronti al futuro"

"Oggi essere qua è un momento particolare, le sensazioni forti che abbiamo vissuto un anno fa sono presenti nel nostro cuore e nella nostra testa. Questo è un luogo di memoria, il primo pensiero deve andare a chi non ce l'ha fatta a vincere questa battaglia, alle famiglie che hanno sofferto, oggi siamo qua per dimostrare la voglia di una comunità, di un territorio di andare avanti". Così Francesco Passerini, sindaco di Codogno, all'inaugurazione del memoriale. "La prima sensazione è stata la paura che attanaglia, che quasi ti manda in confusione, poi tutti i componenti della comunità, le persone normali in quei giorni hanno fatto cose straordinarie, emozionanti, uniche che sono state il motivo per cui tanti hanno vinto la battaglia. Purtroppo non è finita. Sarebbe stato bello essere qui oggi senza mascherine e stringendoci la mano, dobbiamo ancora stringere i denti, ma la vita vince sempre", ha aggiunto il primo cittadino che ha ringraziato gli altri sindaci della prima zona rossa, operatori sanitari e volontari.  "Le modalità messe in campo dobbiamo tenerle ben presenti per il futuro, abbiamo il dovere nel caso di farci trovare più preparati, più pronti. Questo luogo guarda al futuro, abbiamo inciso tre parole: resilienza, comunità e ripartenza. Abbiamo l'arma del vaccino, solo con la vaccinazione di massa possiamo pensare di riprenderci le nostre vite e guardare al futuro. Siamo alla partenza, manteniamo il senso di responsabilità: dobbiamo stringere i denti, l'alba è vicina. Dopo l'emergenza sanitaria c'è una crisi economica nella quale tutti insieme dobbiamo far fronte comune per sostenere le nostre comunità e il nostro tessuto economico", ha concluso Passerini.

Il prefetto: "Sogniamo la normalità ma serve prudenza"

"Abbiamo imparato che l'unità, la solidarietà, l'aiuto reciproco, il rispetto sono valori imprescindibili, il virus oggi non è ancora sconfitto, siamo ancora tutti coinvolti in questo lungo percorso di lotta contro un nemico invincibile. Grazie agli enormi passa in avanti della ricerca scientifica siamo riusciti ad avere in breve tempo il vaccino, a intravedere luce in fondo al tunnel ma dobbiamo ancora perseverare, continuare con la stessa tenacia, solo se ognuno farà la propria parte con comportamenti consapevoli potremmo uscire da questo incubo". Queste le parole del prefetto di Lodi Giuseppe Montella, intervenuto a Codogno.  Nel suo discorso ha anche ricordato un anno di lotta "contro un nemico invisibile, subdolo", la prima zona rossa - "una scelta difficilissima, sofferta ma vincente", la paura iniziale e la sinergia tra istituzioni e mondo del volontariato, "il sacrificio e l'abnegazione degli operatori santari, il lavoro incessante degli amministratori locali e delle forze dell'ordine. Siamo grati per quello fatto e per quello che si sta continuando a fare". Ha ricordato le vittime e l'esercizio della memoria che deve anche riconoscere "le energie, la tenacia dimostrata fin dall'inizio da questo territorio", ha aggiunto "C'è tanta voglia di ritorno alla normalità, ma dobbiamo ancora prestare la massima prudenza, lo dobbiamo per tutti coloro che hanno perso la vita e per rispetto delle persone che ci circondano. Solo se ognuno di noi farà la sua parte potremmo uscirne vincitori", ha concluso Montella.

Il governatore Fontana: "E' un riconoscimento all'umanità di questa terra

Alla cerimonia è intervenuto anche il governatore della Regione Attilio Fontana:  "Siamo qui nel luogo dove tutto un anno fa è improvvisamente, inaspettatamente è iniziato. La memoria collettiva legata al dramma della pandemia è affidata a questo memoriale: un luogo che da un lato serve per non dimenticare le sofferenze e i sacrifici di questa prima zona rossa, ma è anche un riconoscimento ai valori di solidarietà e umanità che questa terra ha saputo dimostrare".  E ha aggiunto: "Credo che questo memoriale debba avere innanzitutto la capacità di evocare tutte le forze migliori della nostra Lombardia e l'amore per la vita e la comunità, mai come in questa occasione la parola comunità deve essere sottolineata perché mai come in questi mesi la comunità di Codogno e quella lombarda hanno dato delle dimostrazioni incredibili: ha saputo affrontare qualsiasi difficoltà e difendersi di fronte a ogni evento che improvvisamente si rappresentava. Noi siamo stati i primi ad affrontare questo virus che nessuno conosceva e qui avete avuto la forza, il coraggio di sperimentare, di trovare soluzioni e non avete mai fatto venir meno l'aiuto e la solidarietà nei confronti di chi soffriva".  Per Fontana "il primo grande ricordo va a chi ha perso la vita e ha sofferto in questo terribile anno. Sono troppe e ci sembra ingiusto che ciò si sia verificato. Credo che debbano essere ricordate tutte le persone - medici, infermieri, volontari, forze dell'ordine, la Chiesa - che hanno messo a repentaglio la loro vita per cercare di dare una mano. Codogno è l'emblematica rappresentazione di tutta la comunità lombarda. L'operosità, la pazienza, la generosità, l'ingegno, la solidarietà e la forza sono i caratteri distintivi di questa grande terra". Il presidente della Regione Lombardia, citando le parole di Mario Draghi, ha ricordato "la profonda ricchezza del nostro volontariato che altri ci invidiano e di cui dobbiamo essere orgogliosi. Con questo spirito lombardo che risiede nel coraggio delle scelte, nella generosità delle azioni, nella capacità di mantenere la schiena dritta e lo sguardo alto per guardare avanti noi dobbiamo confidare per riuscire a superare questa drammatica pandemia".

L'Abbraccio tra Vo' Euganeo e Codogno

C'è anche stato un "abbraccio a distanza" stamani tra i sindaci di Vo' Euganeo e Codogno, le prime due comunità colpite dai lutti della pandemia da Covid-19, in una breve cerimonia che si è svolta nella località padovana, per ricordare la prima vittima del Coronavirus, Adriano Trevisan. Nel corso dell'incontro, cui hanno preso parte le autorità locali padovane, è intervenuto in collegamento il primo cittadino di Codogno, Francesco Passerini. "Ed è uno spirito diverso - ha detto nel suo breve saluto - rispetto a un anno fa. In queste ore, stavamo cercando di capire questa situazione che ci era caduta addosso. Oggi vi arriva l'abbraccio della nostra comunità. Un segnale di amicizia, spero che veramente presto potremo vederci assieme, quando l'incubo finirà e vedremo il futuro". Il sindaco di Vo', Giuliano Martini, ha ricordato la manifestazione dei sindaci colpiti dal Covid, il 9 settembre scorso a Codogno, ricambiando il saluto e l'augurio.

Lo speciale un anno di Covid