GABRIELE BASSANI
Economia

La chiusura della Valli di Renate: nessuno spiraglio sul futuro, si tratta per la buonuscita

Incontro in Assolombarda con la proprietà svedese della storica fabbrica di maniglie a Renate. Si punta a un accordo per dare ossigeno ai 38 addetti che a fine anno resteranno a casa

La chiusura della Valli. Nessuno spiraglio sul futuro. Si tratta per la buonuscita

Incontro in Assolombarda con la proprietà svedese della storica fabbrica di maniglie a Renate. Si punta a un accordo per dare ossigeno ai 38 addetti che a fine anno resteranno a casa.

Confermata la chiusura della Valli di Renate, ma con un accordo in dirittura d’arrivo tra azienda e sindacati, grazie al quale i lavoratori che rimarranno senza lavoro avranno un po’ più di “ossigeno” per i prossimi mesi. Ieri pomeriggio, nella sede di Assolombarda, si sono di nuovo seduti al tavolo i rappresentanti di Assa Abloy Italia, che fa parte del gruppo costituto nel 1994 dalla svedese Assa e dalla finlandese Abloy diventato leader europeo nei sistemi d’accesso e che dal 2008 ha acquisto la storia fabbrica brianzola Valli&Valli e i sindacati che rappresentano i 38 lavoratori rimasti nella fabbrica di maniglie.

La proprietà è determinata e ha confermato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Renate alla fine di quest’anno. Ieri è stato faticosamente raggiunto un accordo sulle forme di incentivazione all’esodo volontario per i dipendenti. I sindacati nelle scorse settimane hanno chiesto anche il supporto di Regione Lombardia, che ha convocato un tavolo di confronto in Commissione Attività produttive. In quell’occasione, la proprietà ha esposto la situazione di crisi economica del sito produttivo di Renate, al quale viene imputato un risultato operativo in perdita di quasi 2 milioni di euro l’anno. Per contro, i sindacati rivendicavano la presenza di commesse in giacenza e la possibilità di riorganizzare l’attività. All’incontro di ieri in Assolombarda le due parti si sono presentate con indicazioni ancora molto distanti e il confronto è stato particolarmente lungo e faticoso. Ancora da chiarire nel dettaglio i termini dell’accordo che comunque parte dalla decisione irreversibile dell’azienda di chiudere lo stabilimento di Renate entro la fine di quest’anno, proprio quello in cui la fabbrica di maniglie ha tagliato il traguardo dei 90 anni dalla fondazione.

Intanto, alla Electrolux di Solaro si attende con una certa apprensione la chiusura dell’anno per avere gli ultimi dati sui volumi prodotti e, soprattutto, sulle previsioni per il 2025, da cui dipenderanno le strategie aziendali. Già dato per certo il ricorso a contratti di solidarietà e cassa integrazione con riduzione d’orario fino al 65% per far fronte al calo di volumi produttivi scongiurando licenziamenti. L’accordo raggiunto nelle scorse settimane tra i sindacati e l’azienda del gruppo multinazionale svedese, serve a garantire la tenuta occupazionale negli stabilimenti italiani fino a raggiungere l’auspicata ripresa di mercato, che sta toccando uno dei punti più bassi degli ultimi 20 anni in Europa e riguarda tutti i players del settore dell’elettrodomestico.