Ucraina, i ristoranti di Kiev sfamano la resistenza. Cosa mangiano soldati e volontari

Anche le migliori cucine della capitale in prima linea contro l'invasione russa. Dalla zuppa di pollo a verdura e frutta: preparati 20.000 pasti al giorno

Cocktail e cucina raffinata sono purtroppo un ricordo lontano. Ora, dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, zuppa di pollo per i combattenti e pane per gli ospedali. Anche i ristoranti più trendy di Kiev in tempo di guerra partecipano alla resistenza e lo fanno chiudendo le porte ai clienti e aprendo le cucine ai volontari per aiutare il Paese. Una dozzina di locali del centro città, riporta il 'Kyiv Independent' senza farne i nomi per ragioni di sicurezza, hanno unito gli sforzi e qui i volontari vengono per cucinare per i bisognosi. Insieme producono circa 20.000 pasti al giorno. E questo è solo un gruppo di ristoranti in un quartiere. "In questo momento difficile, siamo riusciti tutti a unirci. È una cosa così ucraina, il nostro lato forte è unirsi", ha detto Vlada Herasimchuk, 25 anni, cameriere e ora coordinatore del movimento di volontariato della zona.

Pavlo Khrobust, 25 anni anche lui, è il capocuoco in una di queste cucine. Aveva lavorato in un ristorante come cuoco, ma si era licenziato non molto tempo fa. La guerra però lo ha riportato in cucina come volontario. "All'inizio volevo unirmi alle forze di difesa territoriale - racconta - ma ho capito che lì sono inutile. Così invece di una mitragliatrice ho preso un mestolo e un coltello. La qualità del cibo dell'esercito - sottolinea Khrobust - è lontana dai piatti del ristorante. Ora i soldati hanno bisogno di cibo diverso da quello che di solito hanno a disposizione, qualcosa di più buono che tenga alto il morale". Così ha ideato un menu equilibrato che include verdure, porridge, zuppe e, talvolta, frutta.

Oleksiy Bilyk, 21enne di professione cameriere, ci ha aggiunto del suo con il pane appena sfornato. "Qualcuno ha detto che poteva portarci molta farina se fossimo riusciti a ricavarne qualcosa. Ho pensato a un enorme forno per la pizza che abbiamo nel nostro secondo ristorante e ho capito che avremmo potuto usarlo per cuocere il pane". All'inizio ha iniziato con pochi panini "consegnati agli ospedali e agli anziani soli". Ma ora Bilyk cuoce circa 80 pagnotte al giorno, qualcosa che non avrebbe potuto immaginare qualche settimana fa. Non ha mai cucinato prima dell'inizio della guerra e ha imparato da solo su internet. "Ho imparato qualcosa di nuovo. Ho fatto qualcosa per aiutare. E - conclude - mi sento sollevato di poter essere utile".

Anche Olga Romanchuk, 23 anni, ha dovuto imparare cose nuove. Specialista per un'azienda internazionale che costruisce mulini a vento, ora aiuta in cucina. "Sentivo di voler aiutare, ma non potevo sopportare le armi - dice -, quindi ho pensato di poter tagliare le patate, tutti possono farlo". Insegnare ai volontari a cucinare è stata la sfida più grande per Pavlo Khrobust: "Ci sono specialisti IT qui, c'è una ragazza che è una chimica in un laboratorio. Dovevamo insegnare a tutti a cucinare, all'inizio c'è stato molto lavoro ma un paio di giorni dopo erano già una squadra".

Alla luce dell’intensificarsi delle violenze e della conseguente emergenza umanitaria in Ucraina, le testate del Gruppo Monrif (Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno) hanno deciso di lanciare una raccolta fondi per rispondere alle enormi necessità della popolazione ucraina. 

PER DONARE PER L’EMERGENZA UCRAINA TRAMITE BONIFICO

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Causale: UN AIUTO PER L’UCRAINA