Gli aiuti dell’Italia all’Ucraina: umanitari o militari?

Il nostro Paese arriverà a spendere quasi 600 milioni di euro per supportare il Paese invaso dalla Russia: ecco cosa viene inviato a Kiev

Nei primi quattro mesi dell’invasione da parte della Russia, l’Italia ha inviato all’Ucraina l’equivalente di 482 milioni di euro di aiuti. Gli ultimi dati disponibili – del Kiel Institute for the World Economy – arrivano fino al 10 maggio, ma sappiamo che la maggior parte del supporto è stato di tipo finanziario (310 milioni) e militare (150 milioni) e sono in minima parte umanitario (22 milioni). Questo fa del nostro Paese l’ottavo donatore al mondo, dietro a Stati Uniti, Regno Unito, Unione europea, Polonia, Germania, Francia e Canada.

Complessivamente, nessun Paese regge in confronto con gli Stati Uniti, che da soli hanno sostenuto l’Ucraina con più 48 miliardi di dollari (circa 90 volte il volume di aiuti italiani). Tuttavia, ogni nazione si è impegnata per continuare a supportare il Paese, dove ci sono circa 8 milioni di sfollati interni e buona parte delle infrastrutture essenziali distrutti. Sul fronte militare, negli ultimi giorni l’esercito di resistenza sta perdendo quasi 1.000 soldati al giorno, secondo le dichiarazioni del negoziatore ucraino David Arakhamia.

Qualche giorno fa, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che il governo ha stanziati 610 milioni di nuovi fondi, di cui 500 milioni per supportare i profughi ucraini che arrivano in Italia (ad oggi sono circa 130mila) e altri 110 milioni di aiuti finanziari al governo di Kiev. Nella sua recente visita nella capitale ucraina, Draghi ha inoltre affermato che intende sostenere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea.

Riguardo alle armi, l’Italia ha inviato sistemi anticarro e antiaereo, mitragliatrici leggere e pesanti, elmetti e giubbotti antiproiettile e mortai. Tra gli equipaggiamenti, anche diversi missili terra-aria Stinger, un sistema missilistico terra-aria impiegato contro la minaccia aerea condotta a bassissime quote reso celebre per l’uso che gli afghani ne fecero contro i sovietici negli anni Ottanta.

"Oltre alle armi – afferma Christoph Trebesch dell’istituto Kiel – gli aiuti finanziari stanno diventando sempre più urgenti, dal momento che in Ucraina ne sono arrivati davvero troppo pochi. La guerra sta causando il crollo delle entrate fiscali e portando le spese fiscali alle stelle, sia per pagare i soldati che per riparare le infrastrutture essenziali. Questo mette il bilancio dello Stato sotto stress. Il Fondo monetario internazionale stima che l'Ucraina abbia bisogno di circa 5 miliardi di euro di finanziamenti esterni al mese”.