Erdogan-Von der Leyen, una poltrona per due (e un segnale all'Europa)

Lo sgarbo del presidente turco non appare improvvisato. Michel: "Grave, ma abbiamo voluto evitare un incidente internazionale"

La von der Leyen seduta sul divano durante il vertice

La von der Leyen seduta sul divano durante il vertice

Ankara (Turchia) - Esplode in Europa il caso Erdogan-Von Der Leyen, dopo che il presidente turco ha negato una sedia all’ospite, facendola sedere su un divano. L’ormai noto “sofagate“ ha scatenato indignazione ovunque, ma è stato anche interpretato come un preciso segnale della Turchia all’Europa, chiamata a trattare sui contributi miliardari in cambio del trattenimento dei profughi siriani. Il tutto, a pochi giorni di distanza dal ritiro della Turchia dalla convenzione internazionale sui diritti delle donne, siglata proprio a Istanbul. “Mi sembra evidente che il problema non sia la mancanza delle sedie e, battute a parte, non si tratta nemmeno di una semplice questione di galateo: siamo davanti a uno sgarbo politico molto evidente, di mancato riconoscimento dell’Europa e dei suoi rappresentanti istituzionali, istituzioni che, invece, il presidente Erdogan conosce benissimo” aveva detto la senatrice di +Europa, Emma Bonino.

Le critiche, rivolte anche al presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che ha accettato di sedersi accanto a Erdogan, sono piovute da ogni dove, tanto che anche lui, in tarda serata, ha dovuto replicare alla valanga di rilievi rivoltigli dalla stampa, dai politici e da moltissimi utenti dei social, per non aver reagito in alcun modo allo sgarbo protocollare del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, durante la visita ufficiale ad Ankara di martedì . Al colloquio con Erdogan von der Leyen ha dovuto partecipare sedendo su un divano a distanza, invece che in una sedia accanto al presidente turco, come Michel. “Alcune immagini hanno provocato reazioni e interpretazioni a volte dure. Il che mi porta a reagire”, ha scritto il presidente del Consiglio europeo, in francese sul suo account Facebook.

”Nonostante la chiara volontà di fare bene, l’interpretazione rigorosa da parte dei servizi turchi delle norme protocollari ha prodotto una situazione sconfortante: il trattamento differenziato o addirittura diminuito della Presidente della Commissione europea”, ha scritto Michel. “Sul momento - ha aggiunto - pur percependo il carattere deplorevole della situazione, abbiamo scelto di non aggravarlo da un incidente pubblico, e di privilegiare in questo inizio dell’incontro la sostanza della discussione politica che stavamo per iniziare io e Ursula, con i nostri ospiti”. “Questa situazione ha occultato il grande e benefico lavoro geopolitico che abbiamo fatto insieme ad Ankara, e di cui spero che l’Europa raccoglierà i frutti”, ha concluso il presidente del Consiglio europeo.

Prima dell’incontro ufficiale, Michel aveva incontrato rappresentanti di UN Women (l’entità Onu per la parità di genere) e di altre agenzie delle Nazioni Unite. “Mi dispiace quindi - osserva Michel - per due motivi. Innanzitutto per l’impressione secondo cui sarei stato indifferente alla grossolanità (‘maladresse’, ndr) protocollare nei confronti di Ursula. Tanto più che sono onorato di partecipare a questo progetto europeo, di cui due grandi istituzioni Ue su quattro sono guidate da donne, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde (presidente della Bce). E sono anche orgoglioso che a succedermi come primo ministro del Belgio sia stata una donna, la prima nella storia”, Sophie Wilmès (dal 2019 al 2020). “Infine - conclude il presidente del Consiglio europeo -, sono rattristato, perché questa situazione ha messo in ombra l’importante e benefico lavoro geopolitico che abbiamo svolto insieme ad Ankara e di cui spero che l’Europa raccolga i frutti”.