Ucraina, la rivolta dei preti ortodossi russi: "Basta con la guerra fratricida"

Ben 236 sacerdoti siglano le prime prese di distanza tra la base della Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato di Mosca dopo l'appello dei fratelli ucraini

Un membro della chiesa ortodossa in Italia, non coinvolto nella protesta

Un membro della chiesa ortodossa in Italia, non coinvolto nella protesta

Mosca - Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca chiede al patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill di adoperarsi per la “cessazione dello spargimento di sangue fratricida” in Ucraina e di invitare la “leadership della Federazione russa” a “cessare immediatamente le ostilità, che già stanno minacciando di trasformarsi in una guerra mondiale”.

“E’ con afflizione e dolore che sperimentiamo l’arrivo della guerra nella nostra terra natale, l’Ucraina. Prove difficili ci hanno colpiti tutti. I combattimenti tra le truppe della Federazione Russa e le Forze armate ucraine continuano in quasi tutto il territorio ucraino, soldati e civili stanno morendo e il numero dei profughi è in aumento. L’allerta delle armi nucleari mette fortemente in discussione l’esistenza futura dell’umanità e del mondo intero. In una situazione così difficile, chiediamo a tutti di mostrare coraggio, di intensificare la preghiera e di unirsi in difesa della nostra Patria”.

La richiesta  si legge in un comunicato del Santo Sinodo della Chiesa guidata dal metropolita Onufryj (Berezovskij) e ben distinta dalla chiesa ortodossa ucraina “autocefala”, ossia autonoma, gradita al Governo di Kyiv e guidata dal Epifanyj (Dumenko). “A tutti coloro che ci difendono”, si legge nell’appello pubblicato il 28 febbraio in russo e ucraino sul sito della Chiesa e tradotto in francese dal sito Orthodoxie.com, “vogliamo testimoniare che vi onoriamo e preghiamo per voi, perché rischiata la vostra vita in modo sacrificale e testimoniate come si possono realizzare la parole del Signore Gesù Cristo: ‘Non c’è più grande amore che dare la propria vita per il prossimo’ (Gv 15,13)”.

“Da parte nostra, riaffermiamo che la Chiesa ortodossa ucraina ha sempre sostenuto e sostiene la sovranità statale e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Condividiamo pienamente il dolore e la sofferenza della nostra gente. In questi giorni decisivi, in tutte le chiese e monasteri della nostra Chiesa, preghiamo intensamente per la fine della guerra e il ripristino della pace in Ucraina. Con la benedizione di Sua Beatitudine il Metropolita Onufryj, le diocesi ei monasteri forniscono un’assistenza completa ai profughi e a tutti coloro che hanno sofferto a causa dei combattimenti. Le nostre chiese sono aperte 24 ore su 24 per chi ha bisogno di protezione dai bombardamenti“.

“Ogni giorno la Chiesa ortodossa ucraina espande la sua missione per aiutare tutti i bisognosi. Consapevole di questa speciale responsabilità spirituale - prosegue il Santo Sinodo - oggi ci rivolgiamo a Sua Santità il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia. Vostra Santità! Le chiediamo di intensificare le sue preghiere per il popolo ucraino in lutto, di esprimere la sua parola primaziale per porre fine allo spargimento di sangue fratricida sul suolo ucraino e di invitare la leadership della Federazione Russa a cessare immediatamente le ostilità, che già stanno minacciando di trasformarsi in una guerra mondiale”.

“Ci rivolgiamo anche al Presidente dell’Ucraina, Vladimir Aleksandrovich Zelensky e al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Vladimirovich Putin. A nome di milioni di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina, vi chiediamo di fare tutto il possibile per porre fine al peccato dello scontro armato tra i nostri due popoli fraterni e per avviare il processo di negoziazione. Questa terribile guerra ha già inferto un duro colpo alle relazioni tra i popoli ucraino e russo. Se lo spargimento di sangue non viene fermato, l’abisso tra i nostri popoli potrebbe rimanere per sempre”.

Il Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc) ha scritto oggi una lettera al patriarca Kirill di Mosca per chiedergli di alzare la propria voce affinche' la guerra possa essere fermata. "E' con grande dolore e con il cuore spezzato che scrivo a Sua Santita'", scrive a nome del Wcc il segretario generale ad interim, reverendo Ioan Sauca, ortodosso della Chiesa di Romania. "La tragica situazione della guerra in Ucraina ha portato enormi sofferenze e perdite di vite umane. Molti dei nostri fratelli e sorelle hanno dovuto lasciare le loro case, inclusi anziani, donne e bambini, per salvarsi la vita", ricorda Sauca nella lettera riportata dal Sir. "Il mondo intero sta guardando con profonda preoccupazione e cerca un segno di speranza per una soluzione pacifica". 

Di lì a poco arrivano le prime prese di distanza tra la base della Chiesa ortodossa russa e il Patriarcato di Mosca guidato da Kirill. «Piangiamo il calvario a cui nostri fratelli e sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti», dice un gruppo di 236 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa definendo la guerra in Ucraina «fratricida», e chiedendo la riconciliazione e un immediato cessate il fuoco. La lettera è rilanciata da Vatican News. Il Patriarcato di Mosca è storicamente legato a doppio filo con il Cremlino. Non ci sarebbero tra le firme quelle di metropoliti, le figure più alte in gerarchia. La lettera è aperta ad altre firme.