Milan, cori razzisti contro Maignan: “Mi hanno chiamato scimmia, non volevo più giocare”

Il portiere ha commentato i cori razzisti subiti: “Dobbiamo dare un segnale forte: queste persone non devono venire più allo stadio. Basta parlare”. Pioli: “sono orgoglioso di allenarlo”

I compagni rossoneri celebrano la vittoria con Mike Maignan, bersaglio di insulti razzisti

I compagni rossoneri celebrano la vittoria con Mike Maignan, bersaglio di insulti razzisti

Milano, 20 gennaio 2024 – Una vittoria per Mike Maignan, per zittire nel migliore dei modi i beceri cori razzisti piovuti sul portiere del Milan. Il 2-3 confezionato in rimonta dal Diavolo al Bluenergy Stadium di Udine è stata la risposta migliore data dal team di Pioli dopo il gesto importante fatto dal francese che, alla mezz’ora del primo tempo, ha lasciato il campo in segno di protesta.

Magic Mike

Dopo il messaggio del club di via Aldo Rossi (“Siamo sconvolti ma siamo con te Mike”) è arrivato quello di Rafa Leao che con un post su Instagram si è schierato accanto al compagno: “È più bello vincere così, diciamo no al razzismo”. Anche Noah Okafor, autore del gol vittoria rossonero, ha parlato dell’accaduto: “Non c’è spazio per queste cose nel calcio, non c’entrano niente. Siamo tutti uguali, sono cose che fanno male. Mike poi era concentrato sulla partita ma sono cose che fanno male”.

Le parole più importanti, però, sono arrivate dallo stesso estremo difensore di Pioli: "Al primo rinvio sono andato a prendere la palla e ho sentito chiamarmi 'scimmia', ma non ho detto niente; poi lo hanno rifatto ancora e ho chiesto aiuto alla panchina, poi ho detto che non si può giocare così a calcio. Non è la prima volta che mi succede né a me né ad altri giocatori. Sono cose che vanno dette. Sono persone ignoranti. Il tifoso viene allo stadio per tifare, magari per fischiare, ma queste cose nel calcio non devono succedere. Abbiamo un grande club, un gruppo molto forte, siamo una famiglia: non volevo più giocare ma non potevo lasciare i miei compagni. Tutti mi hanno sostenuto. Poi siamo andati nel campo con più voglia per vincere la partita per questo motivo. La risposta giusta è vincere. Ora non voglio incontrare nessuno, non ci voglio parlare. Devono avere sanzioni molto forti, perché parlare non serve più a niente. Devono stare a casa e non venire più allo stadio. Il calcio è bello perché si viene allo stadio, con le famiglie, per divertirsi. Noi giocatori possiamo reagire solo così. La procura deve prendere decisioni forti. Prendono sempre le nostre parole dopo le partite, ma poi non succede niente”.

Il questore di Udine, Alfredo D'Agostino, ha fatto sapere che sono già in corso le attività, da parte della Digos e dei reparti specializzati in servizio per la partita, per individuare gli autori dei cori razzisti e ha precisato che si tratterebbe di un episodio molto circoscritto ad alcuni tifosi che si trovavano immediatamente alle spalle del portiere e che non si sono uditi da parte del resto dello stadio. Anche Stefano Pioli si schiera compatto: "Sono chiaramente deluso. Posso dire di essere orgoglioso di allenare una persona come Maignan, così rispettosa e corretta. È ora di finirla di sentire certe cose allo stadio: gli ignoranti devono stare a casa”.

Carattere

Il campo ha parlato e ha restituito l’immagine di un Milan capace di reagire allo svantaggio accusato con una prova di carattere e cuore e, soprattutto, grazie agli innesti fatti dal tecnico emiliano che hanno raddrizzato una serata che sembrava maledetta: la forza di un collettivo si dimostra anche così, potendo contare su elementi di qualità che, quando chiamati in causa, rispondono presente, magari in serate in cui le prime scelte incappano in una prestazione sotto tono, vedi Reijnders.

"Serve anche volontà e carattere per vincere certe partite. È stata una partita sporca come ci aspettavamo e l’abbiamo vinta con grande volontà. Un altro passo in avanti. Non è in questo momento la fiamma dello scudetto che ci tiene vivi, è il nostro modo di lavorare, il nostro modo di cercare di dare il massimo tutti i giorni. Ci siamo promessi di fare un girone di ritorno migliore rispetto all’andata e migliorare il punteggio rispetto al passato campionato, e quindi abbiamo questa volontà e forte convinzione di poterci riuscire. Non stiamo pensando ad altro se non al Bologna. Poi penseremo al Frosinone, al Napoli, al Monza, all’Atalanta e a tutte quelle che verranno". E per il tecnico emiliano è arrivata questa sera anche la 100esima vittoria in Serie A da allenatore del Milan: “Tanta roba. Alleno un gruppo molto forte e molto coeso che vuole andare avanti. Quello che abbiamo fatto fa parte della storia, positiva e negativa”.

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