Enrico Nigiotti al Carroponte. Aspettando Fossati

L’artista racconta: Sanremo, il nuovo video e il sogno di collaborare con "il più grande autore italiano"

Enrico Nigiotti

Enrico Nigiotti

Milano, 29 giugno 2019 - La domanda che sorge spontanea davanti al nuovo video di Enrico Nigiotti “Notturna” è quali locali frequenta. La clip ritrae, infatti, il cantautore livornese nella toilette di un night club alle prese col viavai di personaggi che l’affollano fino alle ore piccole; una varia umanità alla ricerca del brivido «che soffia nell’orecchio» forse più cosmopolita e frou frou di quella che attende stasera - sabato 29 giugno - l’autore di “Nonno Hollywood” al Carroponte, tappa estiva di un Cenerentola Tour che continua a regalargli grosse soddisfazioni. «Non volevo fare il classico video estivo sulla spiaggia, né chiuso in una stanza con la ragazza di turno», spiega lui, «così quando il regista s’è fatto sotto con quest’idea surreale - leggera e divertente come leggero e divertente è il pezzo - l’ho subito sposata».

Il messaggio potrebbe essere: non sempre uno è quel che sembra.

«Effettivamente, oggi come oggi, valutare le persone in base alle apparenze è quanto di più sciocco ci sia».

Uno dei momenti clou è quello della drag-queen che si «riassetta» accanto a lei davanti allo specchio e, davanti al diniego, se ne va mollandole una sculacciata.

«Già, un marcantonio alto 1.95 con due mani grosse così; quella scena l’abbiamo girata cinque volte e alla fine avevo il livido».

Qual è la ricezione di questo tour?

«D’estate, oltre a luoghi deputati come il Carroponte, ci sono le piazze. E in piazza trovi di tutto, non solo il tuo pubblico; situazione che mi restituisce la sensazione di quando aprivo i tour della Nannini o dei Simply Red e dovevo conquistarmi l’attenzione perché quei 10-15 mila lì davanti non erano certo per me. Anzi, non conoscevano mezza mia canzone. Oggi è tutto più semplice perché, grazie al cielo, “L’amore è” o “Nonno Hollywood” le cantano tutti. Pure in piazza».

Al di là del decimo posto, Sanremo ha funzionato?

«Sanremo lo devi fare solo col pezzo giusto, altrimenti non conta niente e “Nonno Hollywood” (Premio Lunezia per il miglior testo - nda) s’è rivelato la scelta migliore stemperando il pregiudizio che le rivelazioni da talent come me si portano dietro per dargli una collocazione un po’ più precisa all’interno della musica italiana. Facendo capire, insomma, che dietro al personaggio c’è un autore e un interprete».

Ma le ragazzine, ai concerti, pensano più al testo delle canzoni o a lei?

«In realtà il mio è un pubblico dai 20 anni in su… avessi pure io gli adolescenti che seguono tanti eroi dell’indie e della trap, sarei milionario. Penso che quando canto “Nonno Hollywood” le ragazze pensino ai propri nonni, mentre magari in altri momenti al bicipite di Nigiotti».

Ed ora?

«Vorrei creare un team di lavoro per portare avanti nuovi progetti. Con tutta probabilità prima della fine dell’anno arriverà un altro singolo».

Con chi le piacerebbe mischiare le carte?

«Con Ivano Fossati, che reputo il più grande autore italiano vivente. Lui ha sentito alcune mie canzoni e ha detto cose bellissime che mi riempiono il cuore, ma da questo ad ipotizzare ad una possibile collaborazione ce ne passa». Andrea Spinelli

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