Darsena, Sempione e Beltrade: ecco il terzo segreto di Satira

Il film "Si muore tutti democristiani" girato a Milano

Il cast del film

Il cast del film

Milano, 9 maggio 2018 - Città di videomaker Milano, questo lo sapppiamo dalla rinascita del cinema indipendente con Nichetti, Salvatores, Soldini & Co. dai primi anni ‘80. I videomaker italiani ci sono nati a Milano e hanno fondato case di produzione, reinventato la pubblicità, addirittura lasciato sperare in un polo alternativo a Roma.

Mai però era successo che si mettessero in cinque a dirigere un film. Nati o cresciuti a Milano Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, con il comasco Andrea Mazzarella e il mantovano Andrea Fadenti un giorno si ritrovano speranzosi allievi alla Scuola Civica di Cinema, Televisione e Nuovi Media. Fine corsi, zero lavoro. È il 2011 e Youtube è pronto per titillare l’ingegno... Sorto sul web, con un canale riservato che ha superato i 12 milioni di visualizzazioni, premiati a diversi festival, “Il Terzo Segreto di Satira” produce video, va in scena a teatro tra sketch e proiezioni, ha lavorato per Report, e Piazzapulita, ma soprattutto, come dicono, «passiamo la metà del nostro tempo a tentare di metterci d’accordo». Sulla mediazione, sulla fatica di restare fedeli alle idee e non farsi mangiare dai compromessi hanno scritto e girato interamente a Milano, strappandosi il computer e la cinepresa l’un con l’altro tra la Darsena, Corso Sempione, il cinema Beltrade, “Si muore tutti democristiani” (esce giovedì 10, dopo l’anteprima col pubblico ieri all’Anteo e con la festa del collettivo giovedì notte allo Spirit de Milan).

«Mantenere un equilibrio tra coerenza e compromesso in questa Italia - dicono - è cosa difficilissima, e infatti non riesce ai protagonisti del film, una piccola casa di produzione in crisi che spera di tornare a realizzare documentari a tema sociale. Quando arriva quel tanto desiderato progetto, be’, c’è sempre da scegliere, un po’ come succede ogni giorno a noi». Un certo dinamismo affarista di media caratura, di uffici e bar trendy (il Francesco Mandelli di «I soliti idioti» è un agente senza scrupoli) funziona particolarmente nell’ambientazione milanese delle società di produzione, delle onlus, dei fondi europei: «Sì, il film ha come centro la nostra città, Milano e il suo recente rinnovamento: zone specifiche e riconoscibili, come la pedonale China Town fatta di localini alla moda e ristoranti tipici, l’adiacente Parco Sempione con la sua distesa verde che sconfina poco lontano da Piazza Duomo, la nuova darsena con il lungo percorso a filo d’acqua e la vivace movida notturna, i quartieri Isola e stazione Garibaldi con il loro mix di vecchie case di ringhiera e la luminosa skyline nata nell’ultimo decennio». 

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