Lo sguardo di coach Banchi sul basket italiano

L'allenatore che nel 2014 ha riportato Milano nell'elite europea e che vinse lo scudetto, commenta la stagione del basket italiano che si avvicina

Coach Luca Banchi

Coach Luca Banchi

Milano, 24 agosto 2020 - L'ambizione europea dell'Olimpia Milano ormai è davvero conclamata. La squadra costruita dai biancorossi ha tutte le carte in regola per provare l'assalto all'Europa cercando di riportare l'AX a quei playoff che negli ultimi 20 anni ha centrato solo una volta. In panchina c'era coach Luca Banchi, l'ex nemico arrivato dalla panchina di Siena, che non solo riportò l'Olimpia nell'Europa che contava, ma trascinò la sua Milano a vincere quello scudetto che mancava in città da 18 anni. Reduce da un weekend a Novo Mesto in Slovenia dove ha partecipato ad un clinic internazionale coach Banchi ha detto la sua sulla stagione che verrà: "In questo momento un'idea chiara, in realtà, non riesco ancora a farmela. Ci sono numeri che ci danno ancora troppa incertezza e spero che questo incremento di contagi non si rifletta in quello dei ricoveri. E' davvero complesso in questo momento pensare di poter viaggiare, soprattutto per le competizioni internazionali, ci sono paesi che sono inseriti in black-list e ci sono squadre di quei paesi che dovrebbero giocare. A livello territoriale si può anche ipotizzare la gestione di un campionato, ma a livello continentale il rischio è alto". Uno sport che senza pubblico sembra dimezzato: "Lo sport è spettacolo, gli spettatori godono della possibilità di essere partecipi e i protagonisti sul campo traggono fiducia e inerzia dal pubblico. Tra l'altro, se abbiamo visto quel che è successo in quei campionati che avevano giocato in giugno c'erano giocatori impreparati e legittimamente preoccupati e non sereni e questo ha tolto credibilità ai risultati stessi". Negli ultimi tre anni ha allenato all'estero tra Germania, Grecia e Russia. C'è un'idea da trasportare nel nostro basket? "Devo dire che secondo me sono mondi troppo diversi, sono tutti paesi in cui il basket ha un appeal che nel nostro paese non c'è più. La poca esposizione del prodotto ci spinge ad un livello più basso. In Germania c'è una grandissima capacità di valorizzare il prodotto, le arene sono piene e soprattutto di buona qualità. Da quanto tempo in Italia non viene fatto un palasport nuovo? E' incredibile come imprenditori illuminati con Armani e Zanetti non possano avere un impianto di proprietà, questo darebbe ulteriore valore ai loro investimenti. Venezia sta facendo un lavoro incredibile tra maschile, femminile e giovanili, ma ha un palasport totalmente inadeguato. Diventerebbe un esempio per tutti e un volano per attrarre nuovi investimenti. Sul campo invece mi auguro di vedere quintetti meglio assortiti, non mi piace quando in campo ci sono 10 giocatori stranieri su 10. All'estero è una cosa che ho capito ancora meglio, avere dei giocatori locali in campo permette di dare un equilibrio maggiore. Non deve essere un obbligo, noi coach dobbiamo provare a farlo perchè è funzionale". Le piace questa supercoppa? "Mi ricorda un po' la Coppa Italia di una volta, tecnicamente mi lascia indifferente, ci sono troppe disparità tra le squadre, a maggior ragione a causa di tutti i problemi attuali nella formazione dei gruppi, ma è un primo evento davvero necessario per riportare il basket ad occupare i media. Ben venga anche la formula che permette di giocare tanto e dunque farsi vedere su tutto il territorio. Le vedrò con la curiosità di tornare a vedere del nostro basket." Una cosa che apprezza delle Top4 del nostro basket "Mi sembrano organici costruiti sull'onda della continuità, soprattutto Milano, Bologna e Venezia, mentre Sassari ha avuto qualche correzione più profonda, pur mantenendo la guida tecnica. Il mercato dell'AX è stato orientato alla necessità di essere protagonisti in Europa con giocatori di provata affidabilità e l'arrivo di Gigi Datome è davvero una perla che forse risarcisce un po' della mancata valorizzazione di giocatori italiani negli ultimi anni. Un giocatore così importante nello scacchiere della squadra non si vedeva dai tempi di Hackett-Gentile-Melli. E' il ritorno in Italia di un'eccellenza del nostro basket, forse con un po' di ritardo. Ricordo come fosse uno dei miei desideri del secondo anno milanese dopo le sue difficoltà in NBA. La mancata assegnazione del titolo alla Virtus ha dato loro ancora più energia per provare a salire di livello e Venezia è un osso davvero duro con una continuità di risultati davvero importante in un sistema ben rodato. Sarei ancor più felice per il nostro basket se tutte riuscissero ad avere un bel percorso europeo. L'ultimo playoff europeo dell'Olimpia è targato Banchi. Cosa fece la differenza? "Lo ricordo con un pelo di rammarico, i crampi di Langford a Tel Aviv, l'infortunio di Gentile, forse si poteva fare ancora di più. La consapevolezza di quella squadra che crebbe giorno dopo giorno fu incredibile. Era il sistema che ci permetteva di competere ad altissimo livello. All'inizio c'era timore che l'Eurolega ci potesse un po' distrarre, la società puntava tutto sul fatto di riportare lo scudetto a Milano. Mi presi un rischio, pensavo che per essere vincenti in campionato si dovesse essere competitivi in Europa. Così diedi questo messaggio alla squadra forse in modo un po' incosciente, ma il percorso fu davvero esaltante. Ovvio che ora l'Eurolega è completamente diversa, il format odierno è spietato, servono roster lunghissimi e investire nella continuità. Spero che la presenza di Messina da presidente dia a lui la forza e il potere di andare oltre la delusione di non aver centrato obiettivi. Con dei piccoli correttivi si arriva a buoni risultati, basta guardare la crescita degli ultimi anni dell'Efes. Cremona si è salvata ed è guidata da Galbiati, un coach sul quale aveva investito ai tempi di Torino. Un consiglio per questa avventura "Cremona ha un nucleo di giocatori italiani competitivo e questo sarà molto utile. Galbiati è un coach che può davvero migliorare le sue squadre attraverso il lavoro settimanale. A Paolo dico di mantenere la barra dritta, sarà una stagione complicata, certe volte troverà di fronte ostacoli che potranno sembrare insormontabili, ma dovrà pensare a costruire la sua stagione. Il quotidiano potrà permettergli di migliorare, trovare uno stile di gioco che identifichi la squadra, al di là di una vittoria in più o in meno". Cosa cerca per il suo futuro coach Banchi? "Al momento recuperare una serenità e tranquillità che mi riporti a vivere il basket con la stessa spensieratezza con cui sono riuscito a trasformare la mia passione in un lavoro. E dovunque questo potrà accadere andrà bene".

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