Olimpia Milano, Andrea Cinciarini: "Big e guerrieri, AX da battaglia"

Sul coach: "Schietto e diretto. Vuole poche cose ma fatte alla perfezione"

Andrea Cinciarini

Andrea Cinciarini

Milano, 19 agosto 2019 - Primo giorno di scuola per l’Olimpia Milano, rinnovatissima con Ettore Messina plenipotenziario e i campionissimi Rodriguez e Mack. Eppure non c’è stata una vera rivoluzione perchè sono comunque rimasti 8 giocatori dell’annata da riscattare sui 14 del nuovo roster. Simbolo della continuità in biancorosso è capitan Andrea Cinciarini, alla sua quinta stagione milanese.

Ha passato l’Olimpia di Repesa, poi quella di Pianigiani, ora quella di Messina, cosa si aspetta?

«Ho conosciuto il coach in Nazionale negli anni passati, so quali sono i suoi principi. Ha una gestione schietta e diretta, non vuole troppe cose, ma quelle 4 o 5 indicazioni devono essere fatte alla perfezione. Porterà una mentalità nuova ed entusiasmo. E poi devo dire che la società, dopo le conferme, ha fatto un mercato importante: il “Chacho”, Mack e Roll sono dei giocatori di grande valore, poi abbiamo dei combattenti come White, Biligha e Moraschini».

Ecco, i combattenti: si sentirà meno solo?

«Ognuno costruisce la squadra che sente più vicino al suo basket, ed è giusto che sia così. Sicuramente mi posso sentire un po’ più a mio agio in questa. Avremo un sistema di gioco basato sull’insieme, sia in attacco che in difesa. L’anno scorso ci siamo basati su un play che doveva creare il vantaggio e da lì partiva tutto. Non voglio dire che sia meglio o peggio, ma certo diverso».

Rotazioni lunghe, tante partite da giocare e poco tempo in palestra perchè da Milano si pretende subito un risultato. Come si vive questa situazione?

«Il primo mese sarà fondamentale, dovremo tutti metterci a totale disposizione della squadra. Essere già così tanti elementi ci tornerà utile. Vogliamo essere subito pronti».

Cinciarini oggi parte da dietro, poi finisce per diventare uomo-chiave. Ormai sembra una storia già scritta.

«Ho ormai tanta esperienza, se uno vuole stare a questo livello deve sapere che mentalmente dovrà essere sempre pronto, ma non saprà mai quando sarà necessario. Quando il coach ti chiama, devi dare tutto, come se fosse il momento più importante di una gara che sia il 1° o il 4° periodo di una gara, come che sia la terza o la trentesima partita di Eurolega. È la testa che fa la differenza».

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