Inter, da Icardi al Ninja: tutti sotto esame. Spalletti: "Ci giochiamo le carriere"

Al Tardini per trovare gol e punti e respingere l’assalto delle romane

Mauro Icardi, 25 anni (LaPresse)

Mauro Icardi, 25 anni (LaPresse)

Milano, 9 febbraio 2019 - L’ultima volta al Tardini fu cinque anni fa: due gol di De Ceglie, tifosi del Parma in festa, un Cassano in serata di magie. L’Inter ne uscì male, in Emilia è successo spesso tra anni ‘90 e 2000, prima che un gol di Recoba rompesse il sortilegio nel 2002 e talvolta anche nelle stagioni seguenti. Oggi il tabù da rompere, per i nerazzurri, è quello del gol. Ne manca uno da fine 2018, Coppa Italia a parte. Difficoltà che coincidono con il digiuno di Mauro Icardi, il cui ultimo centro in A risale al 15 dicembre e che su azione non muove la rete addirittura dal 2 dello stesso mese (Roma-Inter 2-2). Le ragioni tecnico-tattiche, di fronte alle difficoltà recenti, sono per Spalletti un aspetto secondario.

«Serve lavorare più sulla testa – dice l’allenatore toscano in conferenza stampa –. È chiaro che in partite come queste in campo bisogna mandarci un po’ di cuore. Bisogna tirar fuori l’orgoglio per la maglia che vestiamo, assumendoci le nostre responsabilità. Ci sono in ballo le nostre carriere». Alcune scelte di formazione passeranno anche dalle necessità di coniugare i vari impegni. C’è tempo per recuperare le forze, prima dell’andata dei sedicesimi di Europa League contro il Rapid Vienna, ma ci sono defezioni per le quali serve cautela. Politano è squalificato, mentre Keita è tornato tra i convocati ma non verrà schierato e Borja Valero è ancora alle prese con un’infiammazione lenta a guarire. Nonostante il tonfo con il Bologna sia stato fragoroso, la formazione non cambierà molto e a dover rispondere saranno i presunti pilastri, come Nainggolan o Perisic, nella speranza che il potenziale diventi reale.

«Radja – dice Spalletti – è uno di quelli da cui mi aspetto una reazione, perché ha esperienza di certi momenti, di difficoltà e di risultati che non vengono. Sa gestire le pressioni e deve tirare fuori le sue qualità». Il belga, salvo sorprese, sarà confermato dal 1’. Dal suo ritorno in auge passerà in parte il futuro del tecnico nella Milano nerazzurra, anche se la dirigenza si sta ufficialmente spendendo al fianco dell’allenatore. «Il messaggio che ho ricevuto dalla società è sempre stato lo stesso. Noi ci siamo legati per tre anni in estate perché eravamo consapevoli di dover fare un percorso che avrebbe richiesto tempo. Se le cose non sono cambiate per la società mi fa piacere, ma niente di questo può aiutare me e la squadra che va in campo durante lo sviluppo della partita. Dobbiamo dare risposte importanti in partita». Per scacciare fantasmi. Per allontanare un quinto posto sempre più vicino. 

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