Derby Milan-Inter come sentenza: Spalletti all'angolo, se perde è pronto Cambiasso

Contro i rossoneri il tecnico nerazzurro si gioca una bella fetta di futuro

Luciano Spalletti

Luciano Spalletti

Milano, 16 marzo 2019 - Non si può buttare a mare tutto ora. Manca troppo e c’è tanto in gioco. In quel «tanto» non si trovano più Coppa Italia, Europa League e ancor meno la Champions svanita lo scorso autunno. Quella che Spalletti e l’Inter vorrebbero tornare a giocare dalla prossima annata. È per questo che Beppe Marotta, a cui Suning ha demandato la gestione sportiva, non può sgambettare l’uomo messo al timone della squadra. Domani sera c’è un derby che può fare da snodo, positivo o negativo, del rush finale. Se l’Inter lo perderà potrebbe vedere la sosta come un avvenimento salvifico, nel quale ripensare alle proprie mancanze, lavorarci e magari sperare che la frattura tra Icardi e il club si riduca abbastanza da consentire una tregua da qui a fine stagione. Al contrario, un triplice fischio condito dall’esultanza per il trionfo potrebbe trasformare la pausa per le Nazionali in un intoppo.

Davanti al tonfo europeo e in previsione della stracittadina domenicale, la difesa di Marotta (ieri allo Juventus Stadium per un convegno sulle seconde squadre) è stata degna di uno stopper vecchio stampo. «L’allenatore non c’entra nulla, Spalletti sta conducendo la squadra nel migliore dei modi, per cui con lui dobbiamo arrivare alla zona Champions. Registriamo questa amarezza, dobbiamo trarre insegnamento e guardare al futuro che si chiama Milan: bisognerà tirar fuori ancora di più l’orgoglio e il senso di appartenenza che sono elementi indispensabili per raggiungere gli obiettivi». Champions o no, ad oggi manca quel salto di qualità in cui all’Inter speravano per la stagione in corso. I tanti infortuni di Nainggolan, il caso Icardi (entrambi marcheranno visita domani), la mediocrità conclamata di alcuni elementi che negli anni non hanno mai dato una spinta decisiva, gli errori di Spalletti al tirar delle somme: tutto l’insieme ha portato a un passo dal baratro dell’uscita dalle prime quattro. Il tecnico ha ammonito la critica giovedì sera: «Siamo nella classifica in cui dovevamo essere». C’è chi non ne è così certo, al netto degli investimenti estivi.

Un discorso al quale va aggiunto che nelle gare senza domani l’Inter ha sempre steccato: Psv, Lazio e Eintracht, tutte col vantaggio del fattore casa. La mancanza di maturità citata sempre da Spalletti è sembrata palese. Ma a chi va imputata, tra gli altri, se non a chi non è riuscito ad infonderla nel gruppo? Ragionamento che sta circolando anche nei corridori di Corso Vittorio Emanuele a Milano. I nomi di Allegri, Conte, Mourinho, Simeone sono lì come ombre nel cammino primaverile, quello che porta al finale di stagione. Il caso Icardi non aiuta a far sì che si allontanino. Non è da escludere al 100% che il derby faccia calare una mannaia in anticipo e induca la società a cercare un traghettatore (Cambiasso? Vecchi?) che conduca la squadra verso la nuova rivoluzione.

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