Teatro Lirico, 4 mesi di rinvio per il Covid

La fine del restauro slitta ancora: tre anni e due mesi il ritardo complessivo. Stagione teatrale 2020-21 a rischio

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La storia infinita, come il titolo di un celebre film degli anni Ottanta. Altri quattro mesi di ritardo per la fine dei lavori di restauro del teatro Lirico: dal 5 giugno al prossimo 3 ottobre. L’impresa Garibaldi Fragasso, che sta curando i lavori nel teatro chiuso dal 1999, ha chiesto e ho ottenuto dal Comune, proprietario dell’immobile, una proroga di 120 giorni, anche alla luce dello stop dei lavori per 55 giorni dovuto all’emergenza coronavirus e ad altri 17 giorni (dall’11 al 28 maggio) per adattare il cantiere alle nuove misure anti-contagio decise dal Governo.

L’ennesimo rinvio porta il ritardo complessivo del restauro a tre anni e due mesi. Sì, perché il “nuovo’’ Lirico avrebbero dovuto essere inaugurato nel luglio del 2017 ma i lavori sono ancora in corso. E in Comune ormai nessuno più azzarda una fine certa delle opere, tra ritardi accumulati e una raffica di subappalti richiesti dalla Garibaldi Fragasso.

L’emergenza Covid-19 e il conseguente lockdown hanno reso ancor più complicata una situazione già critica. Non solo dal punto di vista dei tempi del cantiere, ma anche dei costi a carico di Palazzo Marino per il restauro, spese salite dagli iniziali

8,1 milioni a 11,8 milioni di euro.

Quasi quattro milioni in più. Su quest’ultimo fronte, però, l’emergenza coronavirus non ha inciso, almeno per ora. Perché il Comune ha sì concesso all’impresa altri quattro mesi di tempo per concludere il restauro, ma ha subito precisato: "La proroga concessa non potrà dar luogo a richieste di maggiori compensi da parte dell’Associazione temporanea di imprese con capogruppo Garibaldi Fragasso".

Tornando alla previsione di apertura del teatro, ecco il nuovo cronoprogramma di massima. Se i lavori termineranno effettivamente a inizio ottobre, l’impresa dovrà completare nel giro di qualche settimana i collaudi e poi lasciare il cantiere a Stage Entertainment, la multinazionale olandese che già gestisce il teatro Nazionale di Piazza Piemonte e che si è aggiudicata anche la gestione del Lirico. Stage punta a completare l’arredo del teatro, che potrà contare anche su un ristorante vista palco, in 45 giorni. Dunque teoricamente la struttura potrebbe riaprire a dicembre. Ma quali eventi potrà ospitare dipenderà dalle restrizioni della capienza dei teatri che il Governo deciderà nelle prossime settimane in funzione dei dati sui contagi.

L’assessore comunale alla Cultura Filippo Del Corno, non a caso, premette: "L’emergenza Covid ha cambiato tutto. Nel caso specifico del Lirico, certo, la questione è più legata ai lavori ancora in corso. Ma è presto per dire se la stagione 2020-2021 è già persa per il teatro di via Larga e per gli altri teatri. Cosa succederà in autunno? Ancora non lo sappiamo e non dipende dal Comune ma dal Governo. Finché non ci sono indicazioni precise, gli operatori del settore come fanno a programmare la prossima stagione? Se resterà la capienza massima di 200 spettatori, saranno gli stessi gestori a scegliere di rinviare tutto alla stagione 2021-2022".

Del Corno segnala anche un elemento critico del decreto: "Nel documento non è specificato fino a quando durerà la limitazione dei 200 spettatori che partirà dal 15 giugno. Altri Paesi europei, invece, hanno utilizzato un approccio graduale per fasi. Hanno già detto che le iniziali limitazioni varranno fino ad agosto e che da settembre le capienze saranno più ampie. Questo in Italia ancora manca".

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