Vaccini, è caos a Liscate. Il sindaco infuriato: "Costretti a rinviare"

Il sindaco Fucci è infuriato per la mancanza di “materia prima”. Slitta la campagna al centro polifunzionale

Questa settimana era in programma la prima giornata di vaccinazioni

Questa settimana era in programma la prima giornata di vaccinazioni

Liscate (Milano), 24 novembre 2020 - Niente dosi, saltano le vaccinazioni al centro polifunzionale: "Incertezza su approvvigionamento e distribuzione". Il sindaco ai cittadini: "Pianificheremo giornate e daremo notizie: quando ne avremo". È con una nota pubblicata ieri mattina che il sindaco Lorenzo Fucci, d’intesa con i quattro medici di base che hanno aderito alla campagna e che avrebbero dovuto somministrare il grosso delle dosi in alcune giornate da programmare al centro polifunzionale (una avrebbe dovuto essere fissata in settimana), ha annunciato il rinvio causa ritardo della ‘materia prima’. "La campagna prevista al centro polifunzionale, per tutte le persone over 65, è posticipata a causa dell’incertezza nella distribuzione di Ats delle dosi ai nostri medici, che non hanno ricevuto un sufficiente numero di vaccini".

Per ora la palla torna ai medici e ai loro ambulatori. "Con le dosi disponibili i medici stanno effettuando le vaccinazioni a tutti i soggetti fragili e alle categorie con patologie o cronicità con più di 65 anni. Qualora si rendessero disponibili da parte di Regione Lombardia le dosi necessarie, si provvederà a pianificare le giornate dedicate per coprire tutte le altre categorie". "Ho dovuto informare i miei concittadini di come stanno le cose - aggiunge Fucci - perché il malumore serpeggia e siamo subissati, noi e i medici, di richieste di chiarimento. I cittadini non capiscono perché i vaccini non ci siano, non capiscono perché qualcuno viene vaccinato e qualcun altro no, e perché in altri Comuni vi siano meno problemi. A dire il vero, quest’ultimo punto non è chiarissimo nemmeno a me". Sconcerto e anche un po’ di rabbia.

"Come siano andate le cose è noto, c’è stata anche un po’ di confusione nei criteri e a mio modesto parere qualche messaggio fuorviante nella campagna comunicativa. I vaccini a conti fatti sono stati distribuiti alle Asst per le somministrazioni in struttura, dove vengono convogliati i pazienti i cui medici non avevano aderito alla campagna vaccinale. Noi e altri nella nostra condizione, che avevamo i locali e i medici disponibili, siamo rimasti con il cerino in mano". Ai medici di base un centinaio di dosi a testa contro un numero triplo prospettato e richiesto sulla base dello ‘storico’ vaccinale degli anni passati. "I medici continuano a somministrare ai fragili e agli over 65, ma gli approvvigionamenti non coprono le necessità. Dando per scontato che si segua una linea per priorità, un medico cosa deve fare, scegliere chi vaccinare e chi no? Registro, anche da parte loro, molto malanimo".  

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