Dai pass ai contratti pirata: tutti i nodi delle assunzioni a Expo

Manca ancora il database per registrare i dipendenti, né sono chiare le procedure per timbrare il cartellino. E con i tempi stretti, si rischia l'effetto collo di bottiglia

Il padiglione dell’Irlanda

Il padiglione dell’Irlanda

Milano, 3 aprile 2015 - Mentre il cantiere ha sfondato quota 6.500 operai, ora a Expo si apre la partita dei lavoratori che dal primo maggio prenderanno servizio sul sito. Turni, permessi, timbratura, il foglio è ancora bianco. Ma non si può più aspettare a riempirlo, è l’allarme dei sindacati: tra meno di un mese si alza la saracinesca. Mercoledì negli uffici della Direzione provinciale del lavoro di Milano Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato le agenzie interinali che fanno assunzioni per Expo. Obiettivo: mettere in pratica le regole di ingaggio del personale dell’evento, come scritto nell’accordo siglato lo scorso luglio dai sindacati confederali e dalla società Expo spa, che inquadra i lavoratori con il contratto del commercio.

E qui sta il primo ostacolo. Perché «nonostante l’accordo, validato dal ministro del lavoro, Giuliano Poletti, nei fatti diventi una sorta di erga omnes», spiega Antonio Lareno, responsabile Expo per Cgil Milano, si è scatenata una guerra tra alcune agenzie, che offrono manodopera a prezzi sempre più bassi pur di accaparrarsi il maggior numero di incarichi dai Paesi. «Alcune stanno proponendo contratti dei sindacati autonomi che non corrispondono agli accordi con Expo – chiosa Stefano Franzoni, Uil Milano –. E non parliamo solo delle più piccole».

I sindacati si sono messi di traverso e hanno chiesto che sia reso pubblico il contratto con cui è inquadrato il lavoratore. Dove? Sulla piattaforma che Expo sta approntando per accreditare il personale. «Sarà una sorta di Sigexpo (il database dei lavori di cantieri, ndr) per beni e servizi», anticipa Franzoni. Gli accrediti, vagliati dalla Prefettura di Milano, sono l’altra grana: chi se ne occupa? Senza registrazione, un lavoratore non può accedere al sito di Rho. «Li faranno le agenzie o i Paesi?», domanda Lareno. Neanche le società del lavoro hanno idea. «Expo ci ha detto che le linee guida arriveranno alla fine di settimana prossima», spiega Elisa Fagotto, responsabile Expo per Openjobmetis, che sta cercando 500 figure, tra cuochi, camerieri, lavapiatti, hostess e addetti alla sicurezza. Ancora una volta, il tempo a disposizione è poco perché ad oggi, spiegano i sindacati, un pass per il cantiere arriva dopo 15 giorni. A conti fatti, bisogna partire subito.

Ma serve un accordo, che regoli anche la timbratura del cartellino (di nuovo, in capo a Expo o ai Paesi?) e l’accredito dei sostituti e scongiuri un pericolo evidenziato dalle stesse agenzie interinali, cioè un prestito di manodopera senza regole tra i vari padiglioni che fanno riferimento alla stessa società. Per fare un esempio: se un’agenzia assume un dipendente come steward, potrebbe decidere che al mattino presta servizio in un padiglione e al pomeriggio in un altro. Procedura che non è in assoluto fuorilegge, ma dipende dall’applicazione. Un osservatorio monitora i contratti e i sindacati promettono cause contro chi viola le regole. Ora l’attenzione è sui tempi. Risicati. Più tardi parte il database, più aumenta il rischio di un collo di bottiglia, con gli uomini della Prefettura impegnati a gestire contemporaneamente la chiusura del cantiere (già vietato l’ingresso ai bilici per ridurre i pericoli) e le nuove assunzioni. Queste ultime, per Lareno, «avverranno a rilento, in base all’andamento delle visite del sito. Non ci sarà un botto iniziale».

luca.zorloni@ilgiorno.net

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