Imprese soffocate dalla burocrazia Bruciato un mese e mezzo di lavoro

Penalizzate le realtà produttive più piccole: in fumo 238 ore, 56 in più di quanto accade nell’area Ocse

di Luca Balzarotti

Un mese e mezzo all’anno di lavoro bruciato dalla burocrazia. È tempo di scadenze fiscali e le imprese scoprono i bilanci. Tra le uscite c’è una voce invisibile ma costosa: sei settimane lavorative - secondo il conto del cento studi di Confartigianato - perse a compilare moduli e a produrre carte per rispondere a leggi "complesse e ripetitive" sostiene l’associazione che in Lombardia rappresenta dalle 96 alle 99mila realtà produttive a seconda degli anni. In ore sono 238 all’anno assorbite dalla burocrazia, 56 in più rispetto alla media dei Paesi Ocse, l‘Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che raggruppa 38 Paesi in tutto il mondo con un sistema di governo democratico e un’economia di marcato.

L’estate è il periodo di maggior traffico fiscale: un ingorgo di 140 tra dichiarazioni, versamenti di imposte con saldi dell’anno precedente e acconti di quello corrente a cui si aggiungono le scadenze dei tributi locali come l’Imu. Da quest’anno, poi, c’è anche un ulteriore effetto della pandemia: l’autocertificazione degli aiuti-Covid. Le imprese chiedono alle isituzioni di semplificare: "È indispensabile abrogare una serie di onerosi e inutili adempimenti a carico delle aziende", è il messaggio lanciato da Confartigianato Lombardia. La lista è lunga. Si cominicia dal regime Iva dello split payment, la scissione dei pagamenti all’Erario applicata ai fornitori della pubblica amministrazione, e dal reverse charge in edilizia, l’inversione contabile dai venditori agli acquirenti. Onerosa e inutile è considerata anche la ritenuta applicata sui bonifici che danno diritto a detrazioni d’imposta, così come gli obblighi di comunicazione delle liquidazioni periodiche Iva e di pubblicare i contributi ricevuti dalla pubblica amministrazione.

"I titolari delle nostre piccole e medie imprese sono impegnati a cercare soluzioni che rispondano alle esigenze del mercato, a reperire materie prime e capitale umano formato e volenteroso, a far fronte ai rincari, in particolare delle utenze – dichiara Confartigianato Lombardia –. Il peso della burocrazia è una piaga che lamentiamo da tempo; oggi abbiamo un numero preciso dello spreco di risorse (tempo ed energia) che costituiscono scadenze e adempimenti. Ridurre le complessità e il peso degli oneri fiscali è condizione fondamentale per accompagnare lo sviluppo delle imprese". I più penalizzati dalle carte sono gli artigiani, realtà produttive che non possono contare su uffici amministrativi a cui delegare gli adempimenti burocratici: in Lombardia sono 237.816, il 25% delle imprese attive (una su quattro) con una media di 2,6 addetti impiegati.

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