Il ritorno di Sinigaglia: "Pronti a ripartire"

Dopo la protesta "colorata" dello scorso sabato è arrivata l’autorizzazione per 90 ambulanti di vintage

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di Annamaria Lazzari

Dopo i venti di protesta, la notizia di un "gradito" ritorno. Domani riapre - dalle 8 del mattino fino alle 18 - la fiera di Sinigaglia. Grazie a un’ordinanza, firmata due giorni fa dal sindaco Beppe Sala, che stabilisce il ritorno non solo delle bancarelle di Ripa di Porta Ticinese il sabato ma anche di altri due mercati rimasti ancora chiusi (via Vittorini la domenica e via Vasari il martedì). Soddisfatto Luigi Di Frenna, presidente dell’associazione di Sinigaglia, tappa fieristica obbligata per chi ama il vintage di dischi, libri, abbigliamento, artigianato: "Sappiamo che la ripartenza sarà difficile ma per noi è importante tornare ad esserci. L’inattività forzata toglie dignità a chi vuole lavorare" dice. Era stato Di Frenna a organizzare una protesta "distanziata" sabato scorso, in Ripa di Porta Ticinese, a base di cartelli e musica. Lui, ambulante di vinili, e altri novanta colleghi si erano mobilitati dopo quasi tre mesi di stop. L’ultima volta per il più antico mercatino delle pulci meneghino era stato il 7 marzo. Il 25 maggio era scattata la riapertura per 94 mercati settimanali scoperti e a Sinigaglia si erano illusi. La doccia fredda era arrivata con un provvedimento del Comune del 27 maggio che prevedeva la sospensione "a causa del divieto di vendita di merce usata". Di Frenna, sulle pagine di questo giornale, aveva raccontato che nutriva seri dubbi sulla "base scientifica" secondo cui i beni usati potessero essere veicolo di coronavirus. Aggiugeva, altresì, che a Sinigaglia ci sono anche bancarelle per la merceologia nuova, concludendo con la disponibilità ad adottare le misure necessarie.

Sono quelle previste anche nell’ordinanza che include, fra l’altro, l’osservanza della distanza interpersonale di un metro, l’uso di mascherine e gel igienizzanti. L’uso dei guanti è obbligatorio per i clienti se manipolano prodotti ma non per i commercianti che possono ricorrere a una igienizzazione "frequente" delle mani. Il documento postula la possibilità di attivare un "servizio di sorveglianza" per il mantenimento delle distanze ed una "eventuale delimitazione delle aree di mercato". "Se ci sarà da mettere mani al portafogli per sostenere il servizio lo faremo" assicura Di Frenna. Risolta la questione dell’usato. Il provvedimento stabilisce che "la vendita di beni usati - con particolare riferimento ai capi di abbigliamento e alle calzature - sia di norma consentita a condizione che venga prodotta documentazione idonea ad accertarne la tracciabilità e la provenienza". Certificazione che a sentire Di Frenna gli ambulanti del vintage già avevano prima del Covid.

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