Ema a Milano, asse bipartisan. Ma l'Olanda si difende: "La sede ponte è una scelta"

Europarlamento, Pd e FI firmano emendamenti identici

Il Pirellone, la sede proposta da Milano per Ema

Il Pirellone, la sede proposta da Milano per Ema

Milano, 2 febbraio 2018 - La battaglia per l'Ema è riuscita nel miracolo: mettere d’accordo i partiti di centrosinistra e centrodestra in piena campagna elettorale per le elezioni politiche. Ieri all’Europarlamento, infatti, le delegazione di Pd, FI e Lega hanno presentato emendamenti identici al rapporto sull’assegnazione della sede dell’Agenzia europea del farmaco ad Amsterdam. Emendamenti in cui il nome della città olandese non compare più e spunta la frase «l’Agenzia ha sede a Milano (Italia)».

Una strategia che si sposa con quella del sindaco Giuseppe Sala, che anche ieri è partito in pressing: «Mettiamo pressione, facciamo sì che i funzionari europei si alzino dalla sedia e vadano a vedere lo spazio transitorio di Amsterdam, se può contenere i mille lavoratori dell’Agenzia». La sede dell’Ema, che per ora è ancora a Londra ma che dovrebbe traslocare traslocare ad Amsterdam per effetto della Brexit, ritorna in bilico? Lo scorso 20 novembre sono stati i 27 Paesi della Ue, dopo un duello Amsterdam-Milano deciso da un sorteggio a causa della parità nei voti, ad assegnare l’Agenzia alla metropoli olandese. Lunedì, però, il direttore esecutivo dell’Ema, Guido Rasi, ha fatto notare che la sede provvisoria offerta da Amsterdam, Palazzo Spark, ha una superficie pari alla metà dell’attuale sede londinese.

Un affondo che ha provocato un’immediata reazione italiana. Martedì Governo e Comune hanno presentato un doppio ricorso alla Corte di giustizia europea perché valuti se la sede provvisoria offerta da Amsterdam sia o meno adeguata. La reazione della Commissione europea al doppio ricorso italiano e milanese, però, è stata fredda. Mercoledì il commissario europeo alla Salute, il lituano Vytenis Andriukaitis, ha parlato di «dibattito da campagna elettorale italiana». Una risposta che non stupisce Sala, che ieri, a margine del Consiglio comunale, ha commentato: «L’atteggiamento dei vertici Ue ci conferma che questa è una questione politica, prima ancora che tecnica». Il Governo olandese, intanto, ieri ha pubblicato un documento in cui sottolinea che «il Vivaldi Building, sede definitiva dell’Ema ad Amsterdam, sarà pronto prima della metà del novembre 2019» e che «è stata l’Ema a scegliere Palazzo Spark come sistemazione-ponte invece che le altre due opzioni offerte, perché ha preferito centralizzare le operazioni in un luogo, invece di suddividerle». 

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