Zuppa alla marijuana ai bambini, nessun reato

Verso l’archiviazione il caso dei bimbi intossicati dalla minestra con la droga

Genitori e conoscenti stavano fumando marijuana

Genitori e conoscenti stavano fumando marijuana

Milano, 18 settembre 2018 - «Due bambini di 4 e 6 anni sono finiti all’ospedale San Paolo di Milano assieme alla loro mamma. Si sono sentiti male dopo aver mangiato una zuppa di verdure. Secondo le analisi sarebbero rimasti intossicati da Thc, il principio attivo contenuto nella marijuana: resta però un mistero come la droga sia finita nella minestra». La notizia risale a dicembre scorso e oggi - a distanza di nove mesi - il pm Cristian Barilli, che ha coordinato le indagini sul caso, ha deciso di chiedere l’archiviazione perché «non c’è reato e nemmeno alcuna responsabilità accertata dei genitori».

I due bambini, a dicembre, dopo le cure durate qualche giorno sono stati dimessi, per fortuna senza conseguenze gravi. Sono stati fatti accertamenti, disposti dalla procura, sulla sostanza trovata nella zuppa e - hanno confermato gli investigatori - effettivamente si trattava di marijuana.

Ma come è finita nella minestra? Quella sera i genitori hanno organizzato una cena e in casa fumavano marijuana quasi tutti, secondo l’ipotesi più probabile formulata dagli investigatori: una piccola quantità di sostanza deve essere finita involontariamente dentro la minestra, una parte di cenere dello spinello caduta nella pentola oppure una parte della marijuana essiccata scambiata per altra sostenza e messa, involontariamente, tra le verdure. Nessuno dei presenti, in casa quella sera, è stata in grado di ricordare bene cosa è successo precisamente e nessuno ricorda di avere nemmeno mescolato o assaggiato la minestra prima che venisse messa nei piatti. L’allarme è scattato, quella sera, quando i bambini si sono sentiti male.

La sostanza  presente nel minestrone era una dose molto piccola che ha provocato solo un leggero malessere alla mamma, non fumatrice abituale, e un malessere più grave per i due bambini. Non essendo possibile, però, identificare un eventuale «colpevole», ammesso che ci sia stato perché la sostanza potrebbe essere finita nella pentola accidentalmente, e «non essendoci stata in ogni caso la volontà del gesto», il pm ha chiesto che il caso venga archiviato senza conseguenze. La denuncia era partita dal Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo che aveva ritenuto opportuno ricoverare i due bambini. Stessa sorte per gli altri casi di intossicazione successi più o meno nello stesso periodo a Milano. In particolare il caso di un bambino che aveva ingoiato sostanza presumibilmente in un parchetto pubblico, mentre giocava. Nessuna responsabilità accertata, nessun reato, nessun colpevole.

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