Da L’Oréal a BP, quei colossi che tagliano

Nel settore energia-chimica le procedure di licenziamento collettivo impattano su 130 posti a Milano: "Trattiamo per uscite volontarie"

Migration

di Andrea Gianni

La francese L’Oréal taglia 29 posti di lavoro su 1070 nel quartier generale milanese di via Primaticcio. Il colosso petrolifero britannico BP sfoltisce il personale in Italia, con una ventina di esuberi. Sono due delle multinazionali che a luglio, dallo sblocco parziale, hanno aperto procedure di licenziamento collettivo a Milano, avviando una trattativa con i sindacati per uscite volontarie e incentivate. Per ora nella Città metropolitana sono quattro le procedure sul tavolo dei sindacati nel comparto energia-chimica, che comprende sia L’Oréal sia BP: impattano su un totale di circa 130 lavoratori. Oltre a L’Oréal e BP, sono interessate il colosso farmaceutico francese Sanofi (45 posti) e la statunitense Bio-Rad, specializzata nei prodotti tecnologici per ricerca scientifica e diagnostica clinica (30 posti). "Sono situazioni che stiamo gestendo attraverso la contrattazione e in alcuni casi, come Sanofi, abbiamo già firmato accordi sulle uscite volontarie e incentivate – spiega Fabio Pennati, segretario generale Uiltec Milano e Lombardia –. Eravamo preparati all’apertura di procedure di licenziamento collettivo, ma siamo rimasti colpiti dal fatto che sono le multinazionali ad avvalersene. Nonostante siano state da noi esortate ad utilizzare altri ammortizzatori sociali in grado di garantire la continuità del rapporto di lavoro, non ci hanno voluto sentire. In più di un’occasione hanno usato il Covid come pretesto per sfoltire gli organici, abbattere i costi e mettere così sul marciapiede numerose lavoratrici e lavoratori. Stiamo cercando di frenare questo fenomeno non solo cercando di trovare modelli organizzativi più consoni alle esigenze contingenti – conclude – ma anche attraverso la contrattazione d’anticipo". Preoccupante è anche l’aumento nel settore, da luglio, di licenziamenti individuali ancora difficili da quantificare.

In generale, dallo sblocco parziale dei licenziamenti, in Lombardia 27 aziende, principalmente nel metalmeccanico, hanno aperto procedure di licenziamento collettivo. L’impatto è su 1.154 posti di lavoro. E i settori ancora colpiti dalla crisi, per i quali il blocco dei licenziamenti resta in vigore fino all’autunno, sperano nella ripresa. "Nel tessile e nella moda il blocco e gli ammortizzatori sociali finora hanno salvato tanti posti di lavoro – spiega Simona Lupaccini, segretaria della Filctem-Cgil di Milano –. Ora la situazione è di attesa ma siamo preoccupati per il futuro, anche per le possibili chiusure di piccole e medie imprese".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro