Comunali, Albertini non si candida: tutto da rifare per il centrodestra

L’ex sindaco fa un passo indietro per ragioni familiari, ma anche a causa dello stallo nella coalizione. Il pressing di Salvini non è servito, pesano i casi Roma e Copasir

Gabriele Albertini

Gabriele Albertini

di Massimiliano Mingoia

Tutto da rifare per il centrodestra. Gabriele Albertini ha deciso di fare un passo indietro e di comunicare ufficialmente che non è disponibile a candidarsi a sindaco alle Comunali del prossimo autunno contro l’attuale primo cittadino Giuseppe Sala.

Albertini, sindaco dal 1997 al 2006, sembrava il candidato in pole position del fronte sovranista-moderato da quando, lo scorso 13 aprile, il segretario della Lega Matteo Salvini l’aveva chiamato per sollecitarlo a scendere in campo per la sfida di Palazzo Marino. Ma la risposta degli altri partiti del centrodestra è stata tiepida. Il leader di FI Silvio Berlusconi ha preso tempo, commissionando un sondaggio a Euromedia Research da cui risultava, secondo alcune indiscrezioni, che Albertini era sotto di quattro punti rispetto a Sala in un eventuale ballottaggio. La frontwoman di FdI Giorgia Meloni non ha dato nessun via libera alla candidatura di Albertini, in attesa di trovare un accordo con gli alleati sul candidato sindaco di Roma e di sbloccare la vicenda Copasir con la Lega.

Tutto bloccato. Che la situazione stesse per precipitare si era capito martedì sera, quando Salvini, che il 26 aprile aveva provato a sbloccare la situazione facendo colazione con l’ex sindaco, ha dichiarato sconsolato: "Albertini candidato? Io ancora ci spero, ma se Albertini e Bertolaso ricevono solo dei no... Io dico: convinciamo Albertini a Milano e Bertolaso a Roma, e poi parliamo di tutto il resto con gli alleati". Niente da fare. Albertini ha preso atto della situazione di stallo nel centrodestra sulle elezioni milanesi e ha deciso di giocare d’anticipo. I fedelissimi dell’ex sindaco riferiscono che oggi Libero pubblicherà una lettera in cui Albertini spiegherà i motivi del suo passo indietro, ragioni familiari, nessuna polemica esplicita contro i partiti del centrodestra. Nei giorni scorsi era già trapelato che la moglie di Albertini, la signora Giovanna, fosse contrarissima alla candidatura del marito, che a luglio compirà 71 anni. E l’interessato, a qualche amico, avrebbe confidato: "Posso accettare di ridurre di molto il mio reddito, di ritornare ad essere vittima del sequestro di persona del consenziente, ma non potrei mai infliggere una sofferenza insopportabile alla mia famiglia". Tant’è. Tutto da rifare, dicevamo all’inizio. Con la rinuncia di Albertini, risalgono le azioni del parlamentare ed ex assessore milanese Maurizio Lupi come candidato sindaco. E nella rosa dei papabili restano ancora il manager Riccardo Ruggiero, il comunicatore Roberto Rasia, il manager Simone Crolla e il professore della Bocconi Maurizio Dallocchio, tutti nomi che gli ultimi sondaggi davano come meno forti di Albertini in una sfida contro Sala.

Sempre sul fronte Comunali, intanto, i Socialisti di Milano annunciano che il loro candidato sindaco è Giorgio Goggi, professore di Urbanistica del Politecnico ed ex assessore alla Mobilità della Giunta Albertini.

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