Caccia, Rolfi vuole le scuse

La sentenza del Tar lo “assolve“ dal calendario in ritardo. I cacciatori: lui ce le deve

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I colpevoli ora hanno un nome: la Tortora selvatica (ma pure la Moretta, che oltretutto "può essere confusa durante la caccia con la Moretta tabaccata"), l’Allodola prima del 1° ottobre, il Tordo bottaccio, la Cesena e il Tordo sassello dopo il 20 gennaio; la Pavoncella e la Quaglia; la Coturnice limitatamente alle "misure previste dai piani di gestione nazionale".

Specie d’uccelli, sulla caccia ai quali la Regione Lombardia non aveva rispettato il parere dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale; che in sé è "obbligatorio ma non vincolante", e può essere disatteso "offrendo congrua motivazione", osservano i giudici del Tar, e per questo respingono le contestazioni della Lac (Lega per l’abolizione della caccia) circa altre specie sulle quali il calendario venatorio lombardo si discostava dalle indicazioni dell’Istituto che supporta il Ministero dell’Ambiente.

In sostanza: il Tar della Lombardia, sezione quarta, nella sentenza depositata ieri ha accolto (a metà) solo una delle cinque censure proposte dalla Lac nel ricorso contro due atti della Regione (una delibera di Giunta di agosto relativa al calendario venatorio integrativo e un decreto della Direzione Agricoltura emanato il 17 settembre sul calendario riduttivo, che riguarda le specie in decino) che aveva portato alla sospensione cautelare dell’apertura della caccia fino al 7 ottobre; ritardo poi limitato con delibere riparative che hanno fatto partire la stazione tra il 25 settembre e il 2 ottobre. Questa toppa ha anche fatto decadere un’altra delle contestazioni, e i giudici amministrativi hanno respinto i rimanenti rilievi animalisti, incluso quello di non aver pubblicato il calendario venatorio entro il 15 giugno ("La giurisprudenza esclude che il citato termine abbia carattere perentorio"), che era stato l’architrave dell’atto d’accusa (politica) all’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi. Impallinato per settimane da un fuoco soprattutto amico, tra i cacciatori che manifestavano sotto la Regione, la consigliera di Fratelli d’Italia Barbara Mazzali che scriveva al governatore Attilio Fontana chiedendo la testa di tutti i dirigenti del suo assessorato, e addirittura Floriano Massardi, bresciano e leghista come lui, immortalato in un filmato di 13 minuti rivelato dal Giorno mentre arringava un tavolo di cacciatori a suon di "chi ha sbagliato deve pagare". "La sentenza del Tar certifica come sotto il profilo tecnico e amministrativo la Regione abbia agito in maniera corretta, tutti coloro che ci accusavano sono stati smentiti", ha commentato ieri l’assessore Rolfi, spiegando che "la caccia continua col calendario originale, con la sospensione del prelievo per le sole specie contestate e la conclusione della caccia di cesena e tordo sassello il 20 gennaio". E aggiunge: "Attendiamo le scuse, come giusto che sia".

Il capogruppo del suo partito, Roberto Anelli, lo sostiene ("Non c’è stato alcun ritardo da parte della Regione"), ma per gli accusatori niente da fare: "Siamo noi che attendiamo le scuse della Regione, se avessero agito tempestivamente l’attività venatoria non sarebbe incorsa nella sospensione", ribatte il presidente di Federcaccia Lombardia Lorenzo Battista Bertacchi, che nel ricorso si era costituita ad opponendum insieme ad altre associazioni venatorie. E al coro dell’opposizione, che annuncia la mozione di censura a Rolfi (Simone Verni, dei 5 Stelle) e lo accusa di "incapacità" (Matteo Piloni, Pd), si unisce la succitata Mazzali di Fratelli d’Italia, nota sui social come "Lady Carabina" e autoproclamata rappresentante del "voto venatorio" al Pirellone: "Incredibile la richiesta di scuse dell’assessore, probabilmente ha preso un abbaglio perché anche se il Tar non ha censurato nella totalità il calendario adottato due giorni prima dell’apertura questa, chiamiamola, strategia ha sacrificato gli interessi di tutti i cacciatori lombardi che hanno perso importanti giornate di attività".Giulia Bonezzi

Nicola Palma

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