Aggressione con l’acido in piazza Gae Aulenti: la donna chiede il rito abbreviato

La donna, 43 anni, è accusata lesioni e stalking

Daniele Polacci, il 28enne vittima dell’aggressione con l’acido in piazza Gae Aulenti

Daniele Polacci, il 28enne vittima dell’aggressione con l’acido in piazza Gae Aulenti

Milano, 22 maggio 2020 -  Ha chiesto di andare a processo con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, Tamara Masia, la donna di 43 anni che lo scorso 4 gennaio, in piazza Gae Aulenti a Milano, ha aggredito un barista 28enne, originario del Modenese, prima spruzzandogli uno spray al peperoncino e poi gli ha versato sul viso dell'acido, provocandogli ustioni alla guancia e al collo. L'indagine è coordinata dal pm di Milano Francesca Gentilini. 

La donna, in cella a San Vittore, è accusata di lesioni personali aggravate per avere gettato "sostanza caustica e spray urticante" addosso al giovane provocandogli ustioni di primo e secondo grado al volto, alla mano e al polso sinistro e ustioni di terzo grado al collo, provocando malattia di oltre 40 giorni. È anche accusata di atti persecutori perché "dopo l'interruzione della relazione" con la vittima, per circa tre settimane, dal 18 dicembre al 4 gennaio 2020, la molestava "effettuando reiterati appostamenti e pedinamenti sotto casa" e "nei luoghi dalla stessa frequentati" minacciandolo di morte via telefono e messaggi WhatsApp. Il tutto provocandogli un "grave e perdurante stato d'ansia e  timore per la propria incolumità".

Stando all'indagine della Procura milanese, i due si erano incontrati solo per tre o quattro volte tra dicembre e gennaio, poi lui aveva deciso di troncare la relazione. Ma la 43enne, di Vercelli già denunciata 4 volte per altri episodi di stalking, non si era rassegnata e aveva iniziato a tempestarlo di telefonate e messaggi, alcuni dei quali minacciosi, e aveva provato a contattare anche alcuni suoi amici e familiari chiedendo loro dove si trovasse. In qualche occasione, Masia si era anche presentata nel bar dove lavorava il 28enne, e la sera prima dell'agguato lo aveva aspettato sotto casa: i vicini però, notando la presenza della donna, avevano dato l'allarme. La mattina dell'agguato, occhiali da sole e cappuccio in testa, ha aspettato il ragazzo in cima alle scale mobili della piazza. Quando lo ha visto, lo ha chiamato e, quando lui si è voltato,  gli ha spruzzato lo spray al peperoncino e versato l'acido sul viso. 

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