Giallo di Affori, riapre il negozio di Pozzi: nuovo sopralluogo

La polizia ancora a casa della figlia di ANNA GIORGI e MARIANNA VAZZANA

Maurizio Pozzi, 69 anni, ucciso in casa

Maurizio Pozzi, 69 anni, ucciso in casa

Milano, 14 febbraio 2016 - Ha riaperto ieri il negozio di scarpe di via Carli, quello di Maurizio Pozzi, dopo una settimana in cui le serrande sono rimaste abbassate per il lutto. Un tentativo, per la moglie e la figlia Simona, di ricominciare una normalità impossibile. Con le indagini che si fanno soffocanti, i dubbi che si affollano e le risposte a una tragedia che non arrivano.

«Troppe sciocchezze, troppe falsità sono state scritte e dette su di noi», dice Angela, la moglie di Maurizio, mentre si ferma qualche minuto davanti al negozio. È stata lei venerdì scorso a trovarlo in casa con la testa fracassata da otto colpi. Ammazzato con rabbia. Ieri mattina un nuovo sopralluogo della squadra mobile nell’appartamento della figlia di Pozzi, Simona, che abita in via Armellini. Due poliziotti l’hanno accompagnata a casa, alle 10 circa e sono rimasti con lei fino all’una. Poi la figlia nel pomeriggio era di nuovo in negozio.

Il palazzo di via Carli è al setaccio da giorni, perché soltanto lì può esserci la risposta ad un omicidio feroce e con un movente circoscritto al denaro e poco altro. I debiti erano il grosso problema della famiglia. Debiti consistenti a cui non riuscivano più a fare fronte. E liti per debiti. Assegni scoperti e fornitori che non venivano pagati. E forse l’idea di chiedere aiuto a qualcuno, a cui poi non erano in grado di restituire i soldi. Un circolo vizioso e ancora, inevitabilmente, altre liti. Tutto qui il mondo di Maurizio Pozzi, la moglie, la figlia, il negozio e i problemi economici. Pochi contatti sul telefono, poche frequentazioni. Cosa sia successo venerdì scorso, per ora resta ancora senza una risposta. L’anziano è uscito dal negozio alle 18.20, come ogni sera. È andato a casa, salito in ascensore con il vicino di pianerottolo, ha aperto la porta dell’appartamento con le chiavi. Sono le 18.45, stando alla testimonianza del vicino. Alle 19.25 la moglie Angela lo trova morto. Sempre lo stesso vicino racconta di averla sentita urlare al telefono chiamando la figlia e i soccorsi. L’omicidio e la fuga dell’assassino si consumano in quei 40 minuti. La figlia Simona quel pomeriggio era in negozio con la mamma. È uscita, dopo il papà, per fare commissioni, quindici minuti di vuoto nel suo racconto. Ma sarebbe rimasta in zona, dice, e alcune telecamere la riprenderebbero, così come qualche scontrino confermermerebbe il suo racconto. 

di ANNA GIORGI E MARIANNA VAZZANA

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