Coronavirus, i vapriesi consultati dicono sì ai test sierologici. Ma il sindaco frena

Adesione quasi totale nel sondaggio tra i residenti, solo 8 su 351 sono contrari allo screening a tappeto

Il sindaco di Vaprio d’Adda Luigi Fumagalli non è del tutto convinto

Il sindaco di Vaprio d’Adda Luigi Fumagalli non è del tutto convinto

Vaprio d'Adda (Milano), 19 maggio 2020 - «Sì ai test sierologici", a Vaprio un’indagine on-line del Comitato “Il Paese siamo noi” porta il problema sul tavolo del sindaco. Con 343 sì e 8 no, il campione chiede uno screening a tappeto per tenere sotto controllo il rischio contagio. Ma Luigi Fumagalli invita tutti ad aspettare che "le autorità abbiamo sciolto i dubbi su questo tipo di iniziative". "In una nota appena inviata ai comuni, noi compresi - aggiunge - Ats fornisce un’indicazione in merito: i cosiddetti pungi-dito per la ricerca delle memorie immunitarie non sono stati validati dalle autorità sanitarie. Solo i laboratori indicati dall’Unità di crisi regionale sono autorizzati a svolgere l’accertamento".

L’amministrazione non esclude una campagna in un futuro non troppo lontano "appena ci sarà più chiarezza". "Se i risultati non sono attendibili si rischiano danni che nessuno di noi vorrebbe mai provocare: falsi negativi potrebbero trasformarsi in focolai". Valutazioni già condivise con il gruppo che ha tastato il polso alle famiglie: "Siamo tutti d’accordo – conferma il sindaco - non vogliamo creare altri problemi". "È nostro interesse mappare la circolazione del bacillo, l’obiettivo non di discute, il nodo da sciogliere è lo strumento da utilizzare – insiste il sindaco – e su questo aspettiamo una parola certa da chi di dovere. Per i test non riconosciuti Ats non prevede il tampone e quindi l’approfondimento diagnostico alla ricerca di asintomatici e infettivi".

«Tutti i programmi di screening non coerenti con le indicazioni della giunta lombarda sono sotto la responsabilità degli organizzatori al di fuori delle misure ufficiali di contenimento e di risposta all’emergenza sanitaria - precisa ancora Fumagalli –. Contenuti che abbiamo condiviso con il Comitato e che ci hanno visto d’accordo nel propendere per mettere tutto in stand-by". "Il momento è delicato, è essenziale sgomberare il campo da inesattezze e false convinzioni".