Segrate (Milano), 12 giugno 2019 - Un viaggio a Roma per ritirare le medaglie d’oro al valore civile, mentre a Segrate tutto tace. L’eroico salvataggio dei 51 bambini intrappolati nell’autobus dirottato lo scorso 20 marzo lungo la Paullese è stato premiato con il più alto riconoscimento italiano durante la cerimonia del 205esimo anniversario della fondazione dell’Arma dei carabinieri. Elisabetta Trenta, ministro della delle Difesa, ha consegnato le medaglie nelle mani di Simone Zerbilli, Francesco Citarella, Diego Nicola Sanzari e Francesco Nano, carabinieri in servizio nelle stazioni di Segrate e Peschiera.
Invece, a Segrate, è ancora inascoltata la petizione sottoscritta da oltre 26mila persone per assegnare agli eroi della Paullese la benemerenza cittadina, conosciuta da tutti come l’Ape d’Oro. L’idea è stata lanciata dalla madrina dell’Ape d’Oro, Paola Malcangio, l’ex dirigente comunale che nel Duemila ha inventato il simbolo della benemerenza segratese. "Nessuno dal Comune mi ha mai contattata per farmi sapere se la proposta sia stata accettata - racconta Paola Malcangio -, eppure assegnare l’Ape d’Oro a Simone Zerbilli, che conosco personalmente ed è in forza alla stazione di Segrate, ma anche e ai colleghi che quella mattina hanno salvato quei bambini, credo sia un segno di orgoglio che vada oltre ad ogni appartenenza politica".
I termini per la presentazione delle candidature scadranno a giugno. "So che il sindaco si è trincerato dietro una scusa, dicendo che esiste una commissione per valutare le proposte - continua -. Ma quello che hanno fatto questi carabinieri è talmente importante che il sindaco potrebbe creare una menzione speciale, tutta l’Italia ha riconosciuto il loro valore tranne Segrate. Addirittura, quando ho lanciato la petizione online, la piattaforma di Change.org ha talmente apprezzato l’idea che mi ha proposto di promuoverla. A Segrate, invece, tutto tace".
Il 20 marzo tra San Donato e Peschiera un autobus di linea è stato dirottato dal 47enne Sy Ousseynou, l’autista che ha prima sequestrato una scolaresca di Crema e poi ha dato fuoco al mezzo. L’autobus doveva portare i ragazzini in palestra, ma l’uomo alla guida ha cambiato percorso e, rivolgendosi agli studenti con in mano un coltello, avrebbe detto: "Andiamo a Linate, qui non scende più nessuno". L’autista ha poi dirottato il mezzo e, arrivato sulla Paullese, gli ha dato fuoco.