Pozzuolo, rabbia all'oasi naturalistica: "Niente regali ai Rambo della caccia"

La Regione allenta le regole sull’attività venatoria: dall’oasi naturalistica di Pozzuolo un grido di dolore

Le aree al confine tra le province di Milano e Bergamo sono spesso territorio di caccia

Le aree al confine tra le province di Milano e Bergamo sono spesso territorio di caccia

Pozzuolo Martesana (Milano), 23 maggio 2020 - Modifiche regionali alla normativa sulla caccia, dopo la bagarre in Regione lo sdegno degli ambientalisti, pronti al presidio milanese martedì prossimo. Con supporto a marchio Martesana: "Indecenti regalìe al bracconaggio: bisogna che la gente sappia. E bisogna farsi sentire". A scatenare la polemica dei giorni scorsi le ormai note modifiche apportate alla legge regionale 26/93 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria). In dettaglio due: la possibilità di uso dei visori notturni per la caccia al cinghiale; ma più ancora l’obbligo per i guardiacaccia volontari di indossare giubbini e copricapo ad alta visibilità.

Fra le firme in calce a una nota dai toni roventi che annuncia il presidio di martedì e azioni legali, quella del Wwf. E per il Wwf, quella di Antonio Delle Monache, fra gli attivissimi "custodi della neonata Oasi Naturalistica della Martesana a Pozzuolo, e coordinatore delle guardie venatorie volontarie a marchio Wwf della regione. "Primo - dice - : mi chiedo quale regione sia quella che, in un momento come questo, ancora con un piede nel dramma della pandemia, ritenga una priorità occuparsi della caccia. Con modifiche normative che, di fatto, fanno un gran regalo alle frange oltranziste del mondo venatorio. Non al mondo dei cacciatori rispettosi delle regole".

I toni salgono. "Lasciamo stare, e non tanto, la faccenda del visore per la caccia notturna ai cinghiali, perchè molto ci sarebbe da dire. L’apoteosi dell’assurdo sono le nuove divise da pagliaccio per le guardie: una norma che ha il solo scopo di inibire e ridicolizzare attività serie di controllo e sanzione, e di colpire le guardie volontarie, che svolgono un ruolo fondamentale". In Lombardia oltre il 35% dei reati da doppietta o affini sono contestati dalle guardie volontarie. "Forse è per questo - ancora Delle Monache - che occorre marchiare chi controlla, mentre i bracconieri, vestiti da Rambo e ben mimetizzati, possono continuare a imperversare".

Qualche modifica, dopo il ciclone, è arrivata, con l’estensione dell’alta visibilità ai cacciatori di ungulati e ai cacciatori in forma vagante e alla fauna stanziale, "pezza peggiore del buco: poi ci diranno come sarà possibile distinguerli". Proteste dunque dal mondo ambientalista di tutta la regione, e anche dalla Martesana delle oasi ambientaliste e del verde "di confine": "Diciamo - ancora Delle Monache - che le zone di grande pressing sono ovviamente altre. Ma la zona dell’Adda Milanese è di frontiera. Molto battuta da cacciatori bergamaschi o bresciani che in determinati periodi amano sparare agli uccellini in volo. Il problema è ovunque".

Le aree protette? "Nessuna zona è davvero blindata e totalmente sicura. Prendiamo il caso dell’Oasi di Pozzuolo Martesana. La zona non sarebbe di divieto. L’incontro fra il pressing degli amministratori d’area e le associazioni venatorie ufficiali dell’ambito territoriale ha prodotto una sorta di intesa. E’ una mini riserva. Ma tenere le posizioni diventa molto dura con un andazzo come questo. Una guardia beccata senza alta visibilità si becca un anno di sospensione dall’attività, un cacciatore inadempiente 30 euro di multa".