Melzo, via ai lavori per Cascina Triulza

Agli inizi dell’Ottocento ospitò le prime mucche di Egidio Galbani

Il momento della festa per dare il via al cantiere

Il momento della festa per dare il via al cantiere

Melzo (Milano), 6 agosto 2019 - Vedendola cadere a pezzi nessuno immaginerebbe che Cascina Triulza sia stata una culla del Made in Italy. Eppure, è così. Dopo un lungo degrado comincia il recupero. A fine Ottocento, fra le sue mura, a Melzo, ha avuto inizio una delle più importanti storie dell’agroalimentare italiano, Egidio Galbani, spinto dalla presenza della ferrovia – tratta Milano-Venezia – decise di trasferire qui dalla Valsassina otto mucche e il suo piccolo caseificio. L’inizio del “miracolo”. Il Bel Paese, famoso in tutto il mondo, è nato all’ombra della sua aia, sul sigillo del formaggio compariva la vecchia casa colonica, tipico esempio di architettura rurale lombarda prima di cadere in rovina negli anni Novanta. Quando i fasti dell’opificio erano ormai un pallido ricordo e il Comune l’acquistò. L’abbandono in alcune parti è diventato insopportabile.

E quando tutto sembrava perduto, un’altra azienda ha messo sul piatto un tesoretto per il recupero, la metà dei cinque milioni necessari per tornare agli antichi splendori, il capitolo è quello delle opere di compensazione della nuova tangenziale di Milano, la società è Teem. Ad aprile si è chiusa la gara, ieri, è stato aperto il cantiere. Il sindaco Antonio Fusè ha voluto una piccola cerimonia per sottolineare l’importanza del momento. Il dossier non ha avuto vita facile. Dopo l’avvio con la vecchia Amministrazione guidata da Vittorio Perego che strappò il sì all’autostrada, nel 2013 il progetto ha preso corpo sotto la direzione di Christian Campanella, docente del Politecnico di Milano, e ora direttore lavori. Le Belle Arti hanno avallato la demolizione delle parti troppo compromesse, sostituite da altre di nuova costruzione di pari volumetria e ben distinte per stile dal corpo originario, in un ensemble che però promette di stupire il visitatore. Poi, c’è stato un lungo stop con diatriba sull’entità dei finanziamenti, ormai alle spalle, «quando siamo arrivati nel 2017 abbiamo rimesso in pista il restyling grazie anche all’impegno dell’assessore ai Lavori pubblici Franco Guzzetti», sottolinea il primo cittadino. La partita non è chiusa: l’Amministrazione cerca investitori per far fruttare al meglio il gioiello. Per questo Notarimpresa spa, il celebre marchio di Novara specializzato in restauri che si è aggiudicato la commessa, aspetterà il gerente per le finiture. Per sceglierle, bisogna capirne cosa si vuole farne. Quello che è partito non è un semplice intervento di messa in sicurezza. Le opere di consolidamento riguarderanno, urgenti, le parti storiche: fra le altre la casa del fittavolo, le stalle e i fienili, la torretta, che saranno sistemati per ora a rustico. Il tempo dei lavori servirà per cercare chi dovrà occuparsene «in un’ottica di valorizzazione».