Accordo fatto alla Parker di Gessate: vincono i lavoratori uniti

Dopo nove mesi di trattativa, due scioperi dei dipendenti e due mesi di blocco degli straordinari arriva l’intesa sui premi di produzione

Un presidio dei lavoratori alla Parker

Un presidio dei lavoratori alla Parker

Gessate (Milano), 2 dicembre 2018 - Parker Hannifin, dopo nove mesi di trattativa, due scioperi dei dipendenti e due mesi di blocco degli straordinari arriva l’intesa. E’ stato firmato l’altro giorno, al termine dell’ennesimo incontro, l’accordo azienda sindacati su contratti di secondo livello e premio di risultato degli oltre 140 dipendenti dell’azienda metalmeccanica: «Risultato per niente scontato, frutto della caparbietà e dell’unità dei lavoratori». L’intesa chiude una vertenza faticosa apertasi in primavera, con la rottura dei tavoli di trattativa e l’inizio della stato di agitazione. L’accordo siglato prevede il consolidamento immediato di quasi il 75% del vecchio premio di risultato (800 euro mensili), mentre raddoppia su carta l’ammontare del premio variabile, che potrà superare i 2000 euro, sia per i 120 operai dell’azienda che per i 25 impiegati.

Anche loro, nel corso dei due scioperi, molto partecipati, dello scorso mese, hanno incrociato le braccia. Un neo rimane, «l’ammontare del consolidamento per i neoassunti. Per loro la quota rimane al 50%». L’intesa prevede anche novità e migliorie sul fronte di formazione, visite specialistiche e maggiorazione notturna: un aspetto cui i sindacati tenevano particolarmente. La nota che annuncia l’intesa è di Fiom: «Un ottimo risultato, frutto di una vertenza non solo difensiva. Lo ha prodotto l’unità dei lavoratori, dagli impiegati agli operai, dagli interinali ai contratti a termine, tutti presenti ai presidi alle portinerie».

Lo stabilimento di via Fermi è da anni un fiore all’occhiello della multinazionale americana, leader mondiale nella produzione di valvole oleodinamiche, cilindri pneumatici ed elettrovalvole. La rottura delle trattative sui contratti di secondo livello era ormai cosa fatta quando, a fine ottobre, si è tenuto il primo sciopero, sotto l’egida di Fim e Fiom. Sciopero pioniere, non contro rischi di chiusura ma per ottenere «un giusto riconoscimento agli sforzi di chi lavora. Quest’azienda - sottolinearono i sindacalisti Francesco Furione e Stefano Abbatangelo - non è in crisi, e vanta anzi lauto fatturato e ottime prospettive. L’accorciamento di una coperta importante, quale il premio di risultato è, non è accettabile».