Medole (Mantova) - «Se nostro figlio è davvero colpevole come dicono, dovrà pagare»: piange in molto modi la piccola comunità di Medole, 4mila abitanti addossati alle Colline Moreniche. In paese ieri è esploso il lutto per l'omicidio a mani nude di una giovane donna ucraina che ci viveva da 10 anni, e per il suo presunto assassino, un operaio metalmeccanico di nascita e famiglia medolese. Marcello Passera, 30 anni, stava con i genitori e la sorella più piccola.
Una famiglia modesta: il padre ex guardiacaccia, la mamma che ora è gravemente ammalata, la sorella più giovane. Chiusi nel loro dolore hanno ricevuto la visita del sindaco Mauro Morandi: «Ho voluto star loro vicino, sono sconvolti dopo aver saputo cosa era accaduto in Istria. Hanno appreso che al figlio è stato assegnato un avvocato d'ufficio croato. E uno di loro fiducia non possono permetterselo».
C'è un altro luogo dove ha preso forma la tragedia avvenuta nel villaggio vacanze di Umago. Ed è l'abitazione di Nina Gryshak, 40 anni, la vittima. La giovane donna, che si era separata nel 2020, aveva scelto per le vacanze una casetta a tre chilometri dalle coste istriane e ci era andata con il suo nuovo compagno. Con Marcello, però, è andato tutto male, fino al litigio che le è costato la vita all'alba di giovedì. Nina, dopo la separazione, viveva a Medole in una casa concessale dal Comune.
Ieri il marito separato e le due figlie di 21 e 11 anni, sono andati a prendere le sue cose in compagnia del primo cittadino: «Non conoscevo lui , ma lei sì - racconta Morandi - era una persona alla quale piaceva aiutare. Da tempo collaborava con noi e col Comune di Castel Goffredo facendo da interprete coi suoi connazionali. Dopo lo scoppio della guerra poi, è stato un punto di riferimento nel raccogliere aiuti e distribuirli. Ora sperava di trovare lavoro in un calzettificio».