
Daniele Stefanoni, oggionese da Imberido
Lecco
IERI A GAVIRATE, lago di Varese, il canottaggio ha riacceso i riflettori su Rio, riportando l’attenzione sul settore dei diversamente abili, nella terminologia sportiva «paracanottaggio». L’Italia lo scorso anno ai mondiali aveva già qualificato tre delle quattro barche del programma, ora è pronta per la quarta. Ieri mattina si sono aperti i giochi per le ultime qualificazioni, abbinati all’annuale programma internazionale della Canottieri Gavirate. E nel doppio TA mix (barca mista uomo-donna che non hanno l’uso delle gambe) l’Italia ha vinto la batteria con Anila Hoxha (Cus Torino, capovoga) e Daniele Stefanoni, prodiere.
UNA GARA di forte spessore, che lascia ben sperare per la finale di domani. L’altra manche è stata vinta dalla Cina. Daniele Stefanoni, oggionese da Imberido (tesserato Aniene) è personaggio dalle qualità e dalla passione eccezionali. Vittima di un incidente sul lavoro nel 1987, successivamente ha indirizzato le proprie energie nel recupero fisico attraverso lo sport, all’inizio negli sport invernali, da essere in gara alle Paralimpiadi di Torino. Poi la folgorazione del canottaggio iniziando nel 2007 alla Canottieri Gavirate, uno dei migliori centri in Italia: quarto lo stesso anno ai Mondiali, e pure quarto l’anno successivo alle Paralimpiadi a Pechino. Dal 2009 è alla Aniene di Roma, sodalizio che aveva dato appoggio ai fratelli Mornati nel loro percorso di vertice. E tra una gara e l’altra sembra ritornato alle grandi soddisfazioni e punta con entusiasmo al nuovo traguardo. Attento anche ad altri settori: è stato consigliere del Bike Team Mandello. E da inizio di aprile è presidente dell’Oggiono Kayak Team, che sulle acque di casa promuove l’attività a pagaia.
Ferruccio Calegari