Svincoli a Cinque cerchi. Un serpentone color giallo con centocinquanta "no"

Il sindaco di Montagna in Valtellina Barbara Baldini pronta a consegnare la fascia tricolore . Un segno di protesta contro il cavalcavia che "penalizzerà abitazioni e imprese".

Svincoli a Cinque cerchi. Un serpentone color giallo con centocinquanta "no"

Svincoli a Cinque cerchi. Un serpentone color giallo con centocinquanta "no"

Un lungo serpentone giallo composto da 150 persone per dire "no" ai lavori previsti sui due svincoli di entrata e uscita dalla tangenziale di Sondrio con il sindaco di Montagna in Valtellina, Barbara Baldini, che minaccia di consegnare la fascia tricolore in segno di protesta. Le opere viarie per le Olimpiadi invernali dividono. La gente che abita e lavora a ridosso della Statale 38 boccia il cavalcavia in progetto (contro sono state raccolte più di mille firme).

Ieri mattina, prima delle 10, i manifestanti, indossando le magliette colorate stampate per l’occasione (la t-shirt reca la scritta "Ci svincoliamo"), si sono riuniti davanti alla carrozzeria Giugni di Montagna al piano, di fronte alla 38, (una delle attività più penalizzate dal progetto viario) alla volta della Sassella.

La camminata ha poi raggiunto Sondrio e il Santuario mariano.

"Sono soddisfatta della partecipazione - dice il sindaco Baldini - Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica contro una scelta assurda. Bisogna far capire i problemi reali".

"Si creeranno code e tappi, andranno a peggiorare la già difficile situazione attuale" fa eco il vicesindaco del paese Luca Muffatti, sottolineando che il cavalcavia sarà pronto dopo i Giochi a cinque cerchi. "Una vera schifezza. Le opere bisogna farle con la testa e risolvere i problemi della Valle" va giù duro Giovanni Leusciatti, noto imprenditore del paese retico con alle spalle anni di militanza politica.

Con la maglietta gialla anche l’ex sindaco del capoluogo, Alcide Molteni: "Da cittadino era doveroso partecipare. Le scelte imposte dall’alto non vanno bene. Le due opere viarie olimpiche sono boiate. Ci si fermi. Non bisogna dire sì per appartenenza politica". La stoccata va all’attuale sindaco di Sondrio Marco Scaramellini e al presidente della Provincia Davide Menegola. Molteni denuncia la mancanza di programmazione e ricorda uno dei suoi temi forti in termini di viabilità: il metrò di Valle che avrebbe dovuto correre sull’attuale strada ferrata.

"Quando si realizzano opere di questa portata si studiano anche alternative. Il problema esiste, va risolto. Io abito sul Comune di Sondrio, al confine con Montagna, ma l’opera tocca anche noi. Il Comune di Sondrio andrebbe coinvolto maggiormente" fa presente Silvano Marini. "Noi non siamo contro le opere, ma qui la pezza sarà peggiore del buco" dice il consigliere di minoranza a Sondrio, Donatella Di Zinno. C’è poi la voce delle imprese. "Nessuno ci ascolta - dicono Nadia ed Andrea Giugni dell’omonima carrozzeria di Montagna -. Sono decisioni calate dall’alto. È da tre anni che stiamo combattendo. Vede qui (mostrano al giornalista la loro abitazione, ndr.)? Ci porteranno via più di metà piazzale della ditta e pure l’ingresso di casa. Spostare la carrozzeria? Impensabile".

"Sarà molto difficile lavorare, sono tanto preoccupato - sottolinea Christian Ambrosini dell’omonima concessionaria di automobili - Mi esproprieranno parte dell’azienda, un piazzale verrà occupato dal cantiere. Le strette strade comunali che passano sotto i vigneti diventeranno più trafficate. Aumenteranno le code sulla 38. La rotonda di Poggiridenti (zona supermarket, ndr.) è troppo piccola".