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Culmine di San Pietro da strada dei pastori a passo per i turisti

Entro la primavera 2024 la fine dei lavori per riqualificarlo

Un tempo il Culmine di San Pietro era utilizzato soprattutto dai pastori delle valli bergamasche che andavano in Valsassina a vendere il loro taleggio. Poi i pastori hanno lasciato il testimone soprattutto ai ciclisti, amatoriali soprattutto, ma anche dai professionisti del Giro d’Italia nel 2009 e nel 2012, per affrontare una salita di quasi 7 chilometri e un dislivello di 400 metri dal versante lecchese e di quasi 9 chilometri e 500 metri su quello orobico. Entro la primavera del 2024 il valico del Culmine di San Pietro diventerà uno dei principali passi turistici tra le valli e le montagne lecchesi e bergamasche. Il passo verrà infatti completamente riqualificato proprio per agevolare turisti e villeggianti. Si tratta di un intervento da 1 milione di euro, arrivati dal Pirellone. I lavori cominceranno tra le prossime primavera ed estate e dureranno 210 giorni, cioè 7 mesi.

Il Culmine di San Pietro è una via antica. Si trova a 1.258 metri di quota, tra Moggio di Cassina Valsassina da una parte e Avolasio di Vedeseta in Val Taleggio dall’altra. Il suo libero passaggio per garantire gli scambi commerciali è stato sottoscritto nel trattato della Pace di Lodi firmato il 9 aprile 1454 che ha posto fine alle guerre tra milanesi e veneziani. Altri 375mila euro sono stati stanziati per consolidare e mettere in sicurezza alcuni tratti della Sp 64, la provinciale Prealpina orobica che arriva al Culmine di San Pietro. "Sulla Sp 64 abbiamo programmato due importanti interventi non più rinviabili – spiega il vicepresidente provinciale Mattia Micheli -. Ci consentiranno di risolvere gran parte delle criticità". "Avremo una strada più sicura e funzionale per residenti e turisti", aggiungono i sindaci di Cassina Valsassina Roberto Combi, Cremeno Pierluigi Invernizzi e Moggio, Andrea Corti. D.D.S.