FULVIO D’ERI
Cronaca

Concessioni idroelettriche. La Cassazione conferma:: "Sì ai canoni aggiuntivi"

Rigettati i ricorsi dei produttori, la richiesta della Regione è corretta. Il Comitato: "Subito il rinnovo, ogni giorno di ritardo è un danno al territorio". .

La Cassazione rigetta i ricorsi dei produttori: i canoni aggiuntivi, chiesti da Regione Lombardia ai concessionari, sono legittimi. Si parla di milioni di euro che andrebbero nelle casse delle amministrazioni valtellinesi.

Sono di fresca pubblicazione le ordinanze della Corte di Cassazione - Sezioni Unite Civili - che rigettano i ricorsi di A2A e Edison rispetto alle deliberazioni di Regione Lombardia sulla prosecuzione in via transitoria nell’esercizio delle derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico nonché la determinazione della misura del canone aggiuntivo.

"La Corte ribadisce la legittimità della richiesta del canone aggiuntivo confermando quanto già detto dalle sentenze del Tribunale superiore delle acque pubbliche – dice Renato Cardettini, portavoce del Gruppo del Grande Idroelettrico di Sondrio –. Con questo pronunciamento la questione dovrebbe essere definitivamente chiarita e i produttori dovrebbero pagare quanto dovuto. La Corte esclude i profili di illegittimità costituzionale, come invece richiesto dai ricorrenti, e conferma quindi la legittimità della Regione nel quantificare il valore del canone aggiuntivo".

Una vittoria per il comitato. "Quanto dice la Cassazione ricalca quello che sostiene il comitato. Le concessioni sono scadute e i beni bagnati (dighe, canali, opere di presa, pozzi, condotti e canali di scarico) sono nella disponibilità della Regione. Non ci sono motivi per non andare a un rinnovo con procedure di evidenza pubblica per ottenere più vantaggi per ambiente e territori montani".

"A meno che la strategia non sia quella di andare avanti con i permessi temporanei chiedendo man mano qualche euro in più – rimarca il Comitato –. La prosecuzione temporanea è un grosso vantaggio per i concessionari scaduti, non si capisce perché queste aziende non vogliono pagare quanto dovuto. Se fossero aziende vicine al territorio dovrebbero pagare tutto il richiesto e investire parte degli utili per portare lavoro in montagna dove sfruttano la risorsa per produrre energia. Ci preoccupa il silenzio assordante su questi pronunciamenti. I territori hanno bisogno di queste risorse e di un piano per spenderle al meglio. Noi chiediamo alla Regione di andare subito al rinnovo delle concessioni scadute. Ogni giorno di ritardo è un favore ai concessionari a danno della nostra gente".