Armi e droga a ritmo di rap, nei guai la Baby gang: arrestato un 18enne di Introbio

Gli agenti della Mobile hanno identificato e denunciato una cinquantina di giovani i cui videolip che innaggiavano alla violenza e alla droga in rete avevano milioni di visualizzazioni

Un frame di un videoclip della Baby gang

Un frame di un videoclip della Baby gang

Lecco, 28 ottobre 2020 – Videoclip in rete da milioni di visuallizzazioni e follower per inneggiare alla violenza e alla droga, impugnando armi da guerra, pistole, maceti e coltelli. A brandire a kalashnikov e revolver a ritmo di trap sono stati una cinquantina di giovani tra i 20 e i 25 anni d'età tutti nati in Italia ma di origini marocchine, senegalesi, nigeriane, albanesi e burkinabè, molti dei quali pregiudicati, guidati da un 19enne di Sondrio e da un kosovaro appena maggiorenne di Introbio finito in manette, a capo di una vera e propria baby gang, che è anche il loro nome d'arte. Li hanno identificati tutti gli agenti della Mobile di Lecco del comandante Danilo Di Laura che questa mattina, coordinati dal pm Giulia Angeleri, hanno anche compiuto una retata in mezza Lombardia e oltre con i colleghi di Milano, Monza, Novara, Varese, Sondrio, Treviglio, del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia e di due Unità cinofile.I poliziotti hanno recuperato un AK 47, per fortuna solo da soft air e due pistole, sempre giocattolo, oltre a un giubbotto antiporiettile, questa volta vero e 93 grammi di cocaina, 115 di hashish e 10 di ketamina, anche questa droga vera.

Le indagini sono partiti da alcuni videoclip musicali molto popolari tra i ragazzini in rete realizzati dal 19enne valtellinese con tutti gli altri. Si tratta di video musicali professionali, in location da favola, ma dai contenuti agghiaccianti con spari, canzoni contro magistrati e carabinieri, testi a favore della droga e in omaggio a Coco, che probabilmente sarebbe il boss della 'ndrangheta lecchese, il carcere. Alcuni video sono stati girati in centro a Lecco, fuori dalla stazione, alla ex Piccola, in viale Filippo Turati, senza che nessuno abbia mai allertato gli operatori delle forze dell'ordine. Alcuni di loro sono stati denunciati, altri arrestati, come il 18enne di Introbio: le accuse vanno da apologia di reato a porto illegale di armi in luogo pubblico a detenzione di droga.