Frecciarossa deragliato, allarme manutenzione: "Poco personale e turni pesanti"

L’ira dei sindacati: lavoratori sottoposti a fortissime pressioni da parte dei superiori. E serve più formazione

Frecciarossa deragliato

Frecciarossa deragliato

Milano, 8 febbraio 2020 - Due flotte imponenti, cresciute progressivamente dal giorno della loro comparsa sulla scena dell’Alta velocità. In dieci anni la flotta dei treni AV di Trenitalia (Frecciarossa e Frecciargento) è raddoppiata da 74 a 144 treni. Ogni giorno sono 104 i Frecciarossa fra Milano e Roma, 76 quelli fra Milano e Napoli. Il treno Italo ha debuttato il 28 aprile 2012. La società si è avviata con un flotta di 25 treni ed è arrivata a 45 convogli. Per Milano il servizio quotidiano con Roma è garantito da 64 treni, mentre sono 44 quelli del collegamento Milano-Napoli e viceversa.

Più treni e più manutenzione direbbe la logica. Il gestore garantisce tre tipologie di interventi: ordinari (per contenere l’usura fisiologica dei materiali, diagnosticata dal monitoraggio tecnologico); straordinari (rinnovo e sostituzione di sistemi elettrici o componenti); eccezionali (interventi legati a calamità naturali, furti di rame, atti vandalici).  L’attività viene svolta quasi esclusivamente di notte, quando la circolazione è ferma. Adriano Coscia, segretario per la Lombardia del sindacato autonomo Or.Sa., completa il quadro delle presenze nell’Alta velocità e mette sul tavolo le sue riserve.

«Ai Frecciarossa e Italo si deve aggiungere l’utilizzo della Alta velocità anche da parte Mercitalia Rail, la società merci delle Ferrovie che fa viaggiare quotidianamente sulla rete AV alcuni convogli. Bisogna premettere che la circolazione del treni, grazie al sistema Ertms, è comunque garantita, in fatto di sicurezza, ai massimi livelli europei. Nessuno lo mette in dubbio. Comunque, occorre individuare delle procedure o dei sistemi tecnologici che possano anzi debbano correggere eventuali errori umani che si possono verificare durante la manutenzione. Oggi sono decisamente carenti. Per svolgere una buona attività manutentiva si richiede un organico adeguato. Occorre che i lavoratori non siano sottoposti a pressioni da parte dei superiori per terminare in fretta le loro attività. Occorre che abbiano le ore di riposo giornaliere e settimanali nel rispetto del contratto collettivo di lavoro».

Il segretario lombardo Or.Sa lancia una proposta. «Si deve aprire da subito un tavolo nazionale sulla sicurezza. Non è giusto identificare quello che è accaduto in un semplice e banale errore umano. Mancano procedure standardizzate per le attività di manutenzione o sono carenti. A oggi la manutenzione avviene con un organico insufficiente. Questo a causa dell’insufficiente turn over di questi anni, che ha disperso le significative professionalità del settore. Sono necessari maggiore formazione e rispetto del contratto di lavoro, in particolare per l’utilizzo del personale».