A.MOR.
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Usa, panico nucleare. Tutta colpa di un tweet

Il padre dipendente del Dipartimentro che gestisce l'arsenale atomico era in smart working. Il figlio si impossessa del pc e manda un messaggio incomprensibile

Il film War Games

Washington - Ai tempi del Covid lavorare in smart working con dei figli piccoli dentro casa è davvero rischioso. Ne sa qualcosa il responsabile dell'account Twitter dello Uss Stratcom, uno dei centri di comando del Dipartimento della Difesa  Usa che controlla l'intero arsenale nucleare delle forze armate statunitensi che ha abbandonato la postazione per poco. Il tempo sufficiente al figlio piccolo per mandare un "cinguettio" davvero incomprensibile: ";l;;gmlxzssaw,", che ha mandato nel caos i vertici militari. Un po' come accaduto nel film War Games. Per fortuna però si è tutto risolto.

Il tweet incriminato

Il tweet 

La notizia è trapelata solo nella giornata odierna ma il fatto è avvenuto domenica scorsa. Il bambino in questione ha scritto ";l;;gmlxzssaw," e poi ha pubblicato il messaggio. Chi ha letto il tweet si è ovviamente chiesto cosa volesse dire quella serie di lettere e punti e virgola: un codice segreto oppure un attacco hacker al sistema informatico del Pentagono? Di sicuro lo stupore deve essere stato grande così come il panico, che per fortuna è durato pochissimo.

Il padre distratto

Il padre distratto, una volta che accortosi dello scherzetto del figlio, ha provveduto immediatamente a cancellare il misterioso messaggio avvisando i diretti superiori dell'accaduto.  L'episodio è stato quindi spiegato da un portavoce dello Uss Stratcom alla testata americana Daily Post: "Non e' accaduto assolutamente nulla di nefasto, non c'e' stato nessun attacco hacker contro il nostro account Twitter", ha rassicurato il portavoce. 

Il film War Games

War Games 

Il tweet galeotto ricorda molto la trama di War Games. Il film diretto da John Badham con Matthew Broderick venne presentato (fuori concorso) al Festival di Cannes nel 1983. In piena corsa agli armamenti la pellicola tratta uno dei temi più sentiti, la paura di una guerra atomica tra i due blocchi, da una prospettiva progressista e pacifista con il giovane David Lightman, appassionato di informatica, è un abile e promettente hacker che vuole introdursi nel computer di una nota casa di videogiochi. In realtà il ragazzo riesce a connettersi al supercomputer studiato per sviluppare strategie atte a rispondere a un attacco sovietico.

 David crede di continuare a giocare, non così per il supercomputer che nel frattempo segnala un attacco nucleare imminente, che coinvce lo Stato Maggiore a portare stato della difesa (DEFCON) degli Stati Uniti d'America sempre più verso la guerra. Il terzo conflitto mondiale verrà evitato grazie al programmatore del supercomputer, Stephen Falken che nel frattempo si è ritirato. Ma la morale del film non sfugge però: ogni utilizzo di simili ordigni da parte di uno dei due opposti schieramenti finirebbe per determinare la distruzione sia dell'attaccante che dell'attaccato. Questo   la conseguenza di creare una situazione di stallo in cui nessuno può permettersi di far scoppiare una guerra globale, poiché non ci sarebbero né vincitori né armistizi, ma solo l'inevitabile distruzione