VOGLIA DI MATTONE, VALORI E ACQUISTI IN CRESCITA

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A POCHI GIORNI dall’approvazione del decreto Sostegni bis, che prevede lo sconto delle imposte sulla prima casa a favore degli under 36, nel settore immobiliare si respira un certo fermento, che potrebbe spingere la domanda di acquisto di immobili nel corso dei prossimi mesi. Nel 2021 la Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) prevede un aumento delle compravendite del 6-8%, fino a 590600.000 compravendite, con una progressiva stabilizzazione dei prezzi degli immobili. Per alcune città, quali Torino, Bologna, Napoli e Firenze, si prevede un aumento dei valori immobiliari stimabile in una forchetta che va dall’1% all’1,5%, mentre per quanto riguarda Milano l’aumento dei valori immobiliari sfiorerà il 3%.

La voglia di comprare casa da parte degli italiani è trainata principalmente da due fattori. Da una parte, le nuove abitudini post-Covid spingono sempre di più a cercare immobili con aree esterne di pertinenza e spazi interni più ampi per favorire, ad esempio, chi lavora in smart working. Dall’altra parte, i tassi di interesse dei mutui sono ai minimi e nonostante un aumento di oltre mezzo punto dell’indice Eurirs, chi decide oggi di sottoscrivere un mutuo ipotecario può ancora ottenere un tasso inferiore all’1%. Nel primo trimestre 2021, secondo i dati diffusi dal Sistema di Informazioni Creditizie Crif, le nuove domande di mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane sono aumentate del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. C’è da dire che la performance è fortemente influenzata dai numeri del mese di marzo, che ha registrato un +55,8% rispetto allo stesso periodo del 2020, fortemente condizionato dalla chiusura totale a causa del primo lockdown. In ogni caso, il numero delle richieste complessive di mutui e surroghe è stato il più alto degli ultimi 8 anni.

Un ulteriore impulso al settore immobiliare potrebbe arrivare dal bonus prima casa previsto dal decreto Sostegni bis, che permette agli under 36 che desiderano acquistare la prima casa di non pagare l’imposta di registro, se si compra da privato, o l’Iva, se si acquista direttamente dall’impresa costruttrice. Inoltre sono state eliminate anche le imposte ipotecarie e catastali sulla compravendita e l’imposta sostitutiva per chi richiede un mutuo, per un risparmio complessivo fino ad oltre 8.000 euro per un immobile di nuova costruzione del costo di 200.000 euro. Una dinamica di questao tipo si è già registrata nel Regno Unito, dove le agevolazioni sono partite prima. A luglio 2020, in piena pandemia e con il numero delle compravendite immobiliari crollato ai minimi storici, il governo presieduto da Boris Johnson aveva deciso di abolire fino a marzo 2021 la Stamp Duty Land Tax, la nostra imposta di registro, limitatamente agli acquisti di abitazioni fino a 500.000 sterline, con l’obiettivo di rilanciare il settore immobiliare. Da lì a pochi mesi, il mercato delle compravendite residenziali ha superato ogni più rosea previsione, registrando la migliore prestazione dal 2007. L’aumento della domanda ha portato anche un aumento dei prezzi in tutto il Paese, come dimostrano i dati dell’Office for National Statistics, che a dicembre 2020 aveva rilevato un rialzo dell’8,5% nel corso dell’anno, mentre a marzo 2021 (in concomitanza con il termine dell’agevolazione) aveva rilevato un rialzo del 10,2% nel corso dei primi tre mesi dell’anno, il più alto tasso di crescita trimestrale registrato dall’agosto 2007. Analizzato quanto accaduto nel Regno Unito, anche in Italia si può immaginare un rialzo dei prezzi delle case, seppure in modo più contenuto e soprattutto nelle grandi città. In ogni caso, ci sono tutti i presupposti per aspettarsi un trend positivo del mercato immobiliare in termini di aumento di compravendite, dopo il brusco stop del 2020, che ha fermato una crescita ininterrrotta delle compravendite in corso dal 2014, con un tasso di crescita medio annuo attorno al 7,5%. Lo scorso anno i volumi di compravendita hanno fatto registrare un netto calo: con circa 558mila abitazioni passate di mano in totale, 46mila in meno rispetto al 2019, la flessione è stata quasi dell’8%, in base ai dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate insieme all’Abi. Quest’anno il mercato potrebbe rifarsi, anche se bisognerà fare i conti con tutte le conseguenze della pandemia, a partire dal sistema economico nel suo insieme e dagli effetti dello sblocco dei licenziamenti e delle moratorie su mutui.

Sul fronte del credito alle famiglie, oggi le offerte di mutui da parte delle banche restano molto vantaggiose e le recenti misure approvate dal governo che aboliscono le imposte sulla prima casa per gli under 36 non possono fare altro che spingere ulteriormente le compravendite. Sarà importante capire come si comporteranno le banche nel considerare le future richieste di mutuo quando dovranno basarsi sulla documentazione reddituale relativa al 2020, considerando che la pandemia ha compromesso quasi la totalità delle posizioni lavorative, con molti lavoratori dipendenti in cassa integrazione e tanti autonomi in crisi di fatturato. La Fiaip si augura, però, che gli istituti di credito tengano conto della straordinarietà del periodo.