Buoni consigli, cattivo esempio

“Grazie”. “La stimo”. Ma per ventun’anni ha insegnato senza averne i titoli. A centinaia di studenti: li ha educati e li ha fatti anche fessi. Loro, come chi doveva controllare. E’ la storia della prof. abusiva Angela Maria Riva che secondo la Procura della Corte dei Conti della Lombardia, “ha dichiarato il falso e prodotto documentazione contraffatta al fine di ottenere i contratti di lavoro ai quali aspirava”. Diploma di laurea in Pedagogia, in Psicologia e certificazione della Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario. E ha insegnato, eccome: in mezza Brianza. Chi la conosce la definisce “sempre pronta ad aiutare gli altri” e con un “impegno nel sociale mai venuto meno”. Ma carta canta e questa volta stona.

Per alcuni la pratica conta più della carta. Sarà, ma lo vadano a dire a chi si è sobbarcato un percorso universitario abilitante di formazione iniziale con prova finale, un concorso pubblico nazionale con cadenza annuale e un periodo di prova in servizio di un anno con valutazione conclusiva. “Eh, ma l’esperienza sul campo…”: tra chi ha non ha ancora preso il foglio rosa e un pilota di Formula Uno, davanti a un semaforo rosso, non c’è differenza. Stan fermi tutti e due. O l’esperto può passare col rosso? “Se una regola c’è, non la chiedere a me: te ne devi fregare se lo vuoi”, avrà detto la docente canticchiando Nek. Alzando l’asticella, è riuscita a rivoluzionare perfino De Andrè: dando sia “cattivo esempio” che “buoni consigli”. Consigli preziosi. Preziosissimi. Le costeranno 314.651 euro, gli stipendi percepiti in questi anni.