
Un momento dello spettacolo firmato da Antonio Syxty, fino al 5 luglio al teatro Litta
Lo sguardo è sempre quello di un adolescente ironico. Un po’ annoiato. Ma vestito decisamente dandy. Perché anche nei dettagli Antonio Syxty rimane anomalia piuttosto illeggibile, contradditoria, non allineata. Lì alla guida del MTM, in corso Magenta. Eppure segnato da una tensione artistica (ed esistenziale) che muove da qualche altra parte. Figlia dell’orizzonte performativo frequentato da ragazzo, nei gloriosi anni dell’Out Off. E delle sperimentazioni più recenti, legate alla poesia e al concettuale. Mica facile mettere insieme tutto. Figurarsi se poi come lo scorso anno decide di portare in scena un Marivaux in costume: “Il gioco dell’amore e del caso“, da stasera di nuovo Litta. E anche questa volta la collocazione è quella complicata d’inizio estate.
Con questo adattamento firmato dallo stesso regista. Mentre in scena sono protagonisti Agnese Sofia Bonato, Gaetano Callegaro, Francesco Martucci, Jasmine Monti e Filippo Renda. Loro a dar vita al consueto intreccio di inganni. Dove i padroni si travestono da servi. E viceversa. "È uno di quei carillon simpatici che ha la particolarità di rivelare subito l’inghippo allo spettatore – spiega Syxty – A quel punto nasce il problema di mantenere alta l’aspettativa. Per il resto è una banale vicenda amorosa. Non è Goldoni o Molière, parliamo di un teatro più di corte, raffinato, poco frequentato in Italia. Ma è interessante il confronto con il linguaggio, così stressato dalla forma. Passaggio interessante per la mia ricerca, in cui da tempo considero più importante il processo di lavoro dello spettacolo e di base rimango un situazionista: dentro dei contesti cerco di controvertire il linguaggio per evidenziare la distopia che viviamo. Perché non c’è reale armonia, nemmeno in Marivaux. Dove comunque i ricchi si sposano con i ricchi e i poveri con i poveri". Ad impreziosire, la nuova traduzione di Michele Zaffarano. Repliche fino al 5 luglio. Info: mtmteatro.it.
Diego Vincenti