Stefano d'Orazio, la moglie: "Tsunami, la sua voglia di reinventarsi una vita"

Tiziana Giardoni pubblica il romanzo postumo del batterista dei Pooh

Stefano D'Orazio

Stefano D'Orazio

Milano -  Da Milano ai mari del Sud alla ricerca di sé stessi. C’è la fuga dalla metropoli e la scoperta di un’esistenza diversa in “Tsunami”, il romanzo postumo di Stefano D’Orazio che la moglie Tiziana Giardoni pubblica oggi per onorare l’impegno a cui il batterista dei Pooh, scomparso per Covid il 6 novembre scorso, ha dedicato i suoi ultimi mesi. “Tsunami” racconta, infatti, un naufragio in mezzo al nulla di una vita da reinventare tra le seduzioni e le minacce dei tropici.

Tiziana, perché s’è decisa a pubblicare questo romanzo? "Il volume doveva arrivare in libreria già a novembre, ma rimandammo la pubblicazione perché Stefano ad ottobre era preso da alcune sedute di fisioterapia e non avrebbe potuto dedicare al lancio tutto il tempo necessario".

Com’è nato “Tsunami”? "Stefano ha cominciato a lavorarci nell’estate del 2019 nella nostra casa di Pantelleria; io fuori ad abbronzarmi e lui, che non amava il sole, chiuso in casa a scrivere affiancato dalla amatissima gatta Prilly. Lavorava contemporaneamente a ‘Tsunami’ e a ‘Parsifal’, l’opera pop realizzata assieme a Roby Facchinetti. Solo al tramonto riuscivo a spegnergli il computer e ad avere le sue attenzioni".

Quanto Stefano c’è in Walter, il protagonista della storia, una specie di Robinson Crusoe 2.0? "Molto. A cominciare dalla voglia di regalarsi un’altra chance, di inventarsi un’altra vita. Stefano aveva una capacità d’ascolto incredibile e il racconto trae ispirazione da tante vicende, tante storie, vissute o sentite".

Cos’altro ha lasciato suo marito? "Diverse cose. Un altro romanzo, legato al Tevere anche senza i caratteri semi-autobiografici che affiorano qua e là in questo. Ma anche ‘Parsifal’, costato ben 4 anni di lavoro. Pure un musical tratto dal film di Pozzetto ‘Da grande’ da realizzare col regista Fausto Brizzi".

Il mancato ricordo di D’Orazio è stata la vera nota stonata dell’ultimo Sanremo di Amadeus. "Ci sono rimasta malissimo. Quell’omaggio l’avevano messo in scaletta alle 2 del mattino la notte della finalissima. Poi non se n’è fatto nulla per motivi di tempo. A saperlo ci saremmo mossi tutti prima, a cominciare dai Pooh. Lì per lì ho pianto come una disperata, pensando che il mondo si fosse già dimenticato di Stefano. Ma il giorno dopo sui social s’è scatenata l’ira di Dio e allora ho capito che mi sbagliavo. Di grosso".