La canzone d’autore secondo “Mirkoeilcane”

Esce l'album dell'autore più premiato dal Festival di Sanremo

Mirkoeilcane, al secolo Mirko Mancini

Mirkoeilcane, al secolo Mirko Mancini

Milano, 1 marzo 2018 - Mirko Mancini, in arte Mirkoeilcane, è il vero vincitore di Sanremo con il secondo posto di “Stiamo tutti bene” fra le Nuove Proposte, il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, il Premio della Critica Mia Martini il Premio Enzo Jannacci di NuovoImaie, la Targa PMI (produttori Musicali Indipendenti). L’autore aveva già vinto il Premio Bindi e Musicultura 2017. Mirko aveva già prodotto in casa un album in quartetto nudo e diretto, nel solco del trio Silvestri-Fabi-Gazzè, con uno straordinario interplay. L’opposto della produzione di Steve Lyon per l’album “Secondo me”, barocca e banalotta nonostante le collaborazioni con The Cure e Depeche Mode del produttore inglese, che ha felicemente traslocato a Roma. Per fortuna non è mai banale Mirko che qui rivela le sue radici pensanti nella scuola romana (e ci metto pure con De Gregori Lucio Dalla). Ne esce fuori l’alter ego del primo Mirkoeilcane, quello più popoporò e piacione (ma perché), da “Epurestestate” e “Se ne parla a settembre”, da notte prima degli esami. Del sangue. Che rimane per fortuna quello delle sue cose belle, quello di “Ventuno righe”, peraltro rovinato dagli archi di Lyon. Errori di crescita anche dell’etichetta Fenix, che avrebbe dovuto ascoltare con più attenzione il suo primo autentico lavoro. L’album finisce coerente con l’anima di Mirko e “Sulle spalle di Maria”. E ci riconcilia con uno degli autori più interessanti della scena italiana.