Vaccini Covid, Zaia spinge sulle seconde dosi ai turisti. Scettici gli altri governatori

Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Fedriga: la fattibilità dipende dai numeri, sono realista e non voglio prendere in giro i cittadini. Toti: le dosi non bastano neppure per gli italiani

Luca Zaia

Luca Zaia

Venezia - In Veneto il turismo vale 18 miliardi di fatturato e il 67 per cento dei turisti sono stranieri. Non si fa fatica a capire, dunque, cosa spinga il governatore Luca Zaia a insistere sulla volontà di somministrare le seconde dosi a chi va in Veneto in vacanza. "Anche agli stranieri se ci danno l'autorizzazione". Il presidente del Veneto ha fatto il punto sul tema vaccini, coprifuoco, green pass. Secondo le previsioni, "metà degli italiani quest'anno farà vacanze in Italia: ho l'impressione che il problema non sia l'alta stagione, luglio e agosto, ma a preoccupare semmai sarà l'inizio della stagione causata anche dalle comunicazioni sulle restrizioni, il coprifuoco e il green pass".  Per questo secondo Zaia "è fondamentale che la cabina di regia valuti bene questi aspetti, non solo quello sanitario ma anche quello economico". 

Il punto vaccini

"La campagna vaccinale in Veneto sta andando benissimo, ma ci mancano i vaccini: 200mila sono pochi per una settimana, ci bastano solo per un paio di giorni".  Lo ha detto Zaia spiegando che "più si vaccina e prima torneremo alla normalità. Con gli ultra 80enni siamo arrivati al 97,4% di vaccinati; con gli over 70 siamo all'83,7%, la fascia degli ultra 60enni 68%. In una settimana siamo già arrivati al 65% degli over 50 mentre per gli over 40 siamo al 41%. Da domani avremo 80mila posti prenotabili per i 40enni e i 50enni dopodiché sarà un liberi tutti: a quel punto chiunque avrà diritto ad essere vaccinato. Il Veneto è stato il primo a fare il certificato vaccinale in Italia ai suoi assistiti: con quel certificato vaccinale, che attesta tutte le vaccinazioni fatte da una persona, i nostri veneti con quello in tasca vanno dove vogliono".  

E intanto "sono partite le vaccinazioni aziendali, per classi di età, non per azienda - spiega ancora Zaia - Stamane mi sono arrivate ad esempio le foto dei vaccini alla Aermec e alla Riello a Verona - aggiunge - Hanno già 4mila prenotati. Credo sia una bella azione che le aziende hanno deciso di fare. Si sta facendo - conclude - un bel lavoro di squadra".

Le seconde dosi ai turisti

Mentre Zaia spinge per la somministrazione delle seconde dosi ai turisti in Veneto, il suo colelga e vicino, Massimiliano Fedriga frena. "Dipende dai numeri", ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e governatore del Friuli Venezia Giulia, intervenuto alla trasmissione MattinoCinque. "La parte digitale è più che risolvibile. Noi faremo tutti gli sforzi possibili per mettere in campo (le vaccinazioni in vacanza, ndr), ma dipende dai numeri. Le seconde dosi non si fanno con l'open-day, si fanno con la programmazione perché vanno fatte nella data giusta. Se si parla di 10 milioni, la vedo molto difficile, voglio essere realista e non bisogna prendere in giro i cittadini", spiega Fedriga aggiungendo che nelle località dove arrivano milioni di turisti, non basta spostare milioni di dosi, "ci vogliono anche migliaia di persone che somministrino quelle dosi", ed evidenzia che si tratta delle "stesse persone che fanno i tracciamenti, tamponi, tengono aperti gli ospedali". Secondo il presidente è invece possibile che la seconda dose del vaccino in vacanza possa essere fatta ai cittadini che fanno le ferie tornando nel paese d'origine, lavoratori e studenti. Ma gli altri, conclude, dovrebbero tornare a fare il richiamo nel luogo programmato.

Scettico anche il governatore della Liguria, Giovanni Toti, soprattutto per quanto riguarda gli stranieri: "C'è bisogno di un'autorizzazione governativa, le dosi di vaccino non bastano al momento per gli italiani, credo che francamente farsi carico dei turisti stranieri sarebbe complesso". 

La cabina di regia e il coprifuoco

Sul coprifuoco, "io resto prudente, ma sono ottimista anche perché le attività a rischio di assembramento ne abbiamo più nelle ore diurne. E quindi, dal punto di vista sanitario non ha molto senso continuare con il coprifuoco. Va valutato ormai non solo l'aspetto sanitario ma anche quello economico". Così per Zaia "non può essere un tabù pensare ad un allungamento degli orari".

C'è anche un tema "di nicchia" ma importante, quello delle discoteche: "Le discoteche sono sempre state disponibili a tutte le misure di prevenzione, al tampone e a tutte le verifiche possibili, e non lo dico solo perché conosco bene il settore: fatele aprire e mettetele alla prova". E lo stesso vale per il settore degli spettacoli viaggianti. "Sono i settori che dall'anno scorso non hanno mai riaperto: settori massacrati".