Lo sport malato di abusi e violenze: quando l’orco si chiama "mister"

Il pericolo si nasconde negli spogliatoi: dal calcio alle discipline individuali, minorenni nelle rete dei pedofili

Il calcio è tra gli sport più colpiti

Il calcio è tra gli sport più colpiti

Milano, 15 aprile - «Quando ho capito che uno dei ragazzi tesserati nella nostra società andava via dopo l’allenamento preoccupato e silenzioso mi vennero dei dubbi. Ho presidiato gli spogliatoi, ho fatto irruzioni improvvise e dopo aver notato atteggiamenti sospetti sono intervenuto per cacciare l’istruttore troppo “affettuoso“. Non era una persona adatta per quel mestiere". Sono passati parecchi anni da quell’episodio, ma P.F., dirigente di una scuola calcio milanese lo ricorda come se fosse avvenuto ieri. "Perché la verità è che personaggi così pericolosi esistono ancora oggi, lo sanno tutti: io faccio parte di quegli addetti ai lavori che vorrebbero le “black list“ di tecnici, allenatori e istruttori (nel 2014 nacque l’obbligo dei certificati antipedofilia, però lo sport alzò subito le barricate... ndr), ma non tutti lo fanno, troppo spesso regna l’omertà. E questi pervertiti, magari insospettabili padri di famiglia, agiscono indisturbati sui campi, nelle palestre e nelle piscine. I più piccoli sono le vittime preferite, se vengono “beccati“ poi te li ritrovi da qualche altra parte...".

Tutto vero, purtroppo. Il 99% di chi opera con bambini e adolescenti non è soggetto a controlli. E quindi le attenzioni morbose in pochi istanti si trasformano in veri e propri abusi sessuali. Anzi, violenze. Succede ovunque nello sport, e la pandemia ha solo “ridimensionato“ i numeri, vista l’impossibilità per molti ragazzi di praticare sport. Ma non ha cancellato un fenomeno tanto triste quanto preoccupante, seppellito dall’omertà di chi dovrebbe vigilare e dalla “vergogna“ di chi avrebbe tutto il diritto di denunciare. È quello che emerge dal “report“ relativo agli anni 2014-2020 reso noto dalla Procura Generale del Coni: in questo arco d’anni sono stati “certificati“ 96 casi di abusi sessuali (nel torbido e silenzioso sottobosco le situazioni che coinvolgono incalliti pedofili sarebbero almeno il quadruplo) fra le 64 federazioni di riferimento: relativamente al numero dei procedimenti iscritti nel 2020 il numero è inferiore rispetto al 2019 (11 contro 20) solo perché, ipotizza la stessa Procura, "la diminuzione potrebbe ricondursi alla riduzione delle attività sportive".

Ma c’è poco da stare allegri: perché se ufficialmente risultano 4 casi negli sport equestri, 2 nella danza, 1 nell’atletica leggera, nelle arti marziali, nel tennis e nella ginnastica, in realtà lo sport è sempre più un’arena che andrebbe ripulita da sporcizia e connivenze. Dove si fa davvero fatica a sapere tutto ciò che accade a quattro milioni e oltre di tesserati delle quasi 64mila società sparse in Italia, salvo poi scoprire che le Federazioni Sportive Nazionale coinvolte negli anni sono state ben 25, comprese quelle di scacchi (si, avete capito bene...), vela, tennis tavolo e pesistica.

Lombardia e Lazio, con Piemonte e Veneto, sono le aree geografiche dove sono stati istituiti il maggior numero di processi nei confronti di certi squallidi personaggi. Nella nostra regione si fa riferimento soprattutto al calcio, agli sport equestri e alla pallavolo, ma è ben noto agli addetti ai lavori che gli orchi vanno a caccia delle loro prede su ogni territorio: meglio, per agire indisturbati, se si tratta di una disciplina individuale. E quando riescono a scamparla, devono ringraziare solo la massa degli inetti che lo circondano. E in qualche caso Federazioni, “complici“ e indifferenti. E qui tornano d’attualità le parole del dottor Enrico Castaldi il quale, quando era a capo della superProcura del Coni, mandò un avviso ai “naviganti“: "Il ruolo dell’allenatore o dell’istruttore sportivo incide purtroppo tantissimo nel favorire un reato così orrendo, bisognerebbe togliere ai colpevoli la patente di tecnico o dirigente". Perché il rischio concreto è che questi diventino molestatori seriali in grado di creare sudditanza psicologica. Intoccabili. "Il pm aveva chiesto qualche mese fa la custodia cautelare per una persona che aveva molestato una bimba in un centro ippico – ci racconta un avvocato milanese –, ma poi ha ritirato tutto". E il mostro è ancora in libertà. (1-continua)